domenica, ottobre 28, 2007
da S.O.S. italia - villaggi dei bambini

Prova a immaginare un bambino abbandonato in un campo di erba ‘napier’ (erba usata come mangime per il bestiame) tanto di quel tempo da essere attaccato dai vermi. Chi farebbe questo ad un bambino piccolo, che non può camminare, parlare o badare a se stesso?

Immagina in che situazione saresti se fossi costretto ad abbandonare tuo figlio.
Difficile da credere vero?

Sì, difficile, se vivi in un paese occidentale e ricco, dove lo stato ha sviluppato un sistema di welfare. No, non è difficile, se vivi in Africa dove povertà, malattie, ignoranza e paura causano le disperate circostanze che forzano una madre ad abbandonare il suo bambino appena nato in questo modo.

Questa è la storia di Rachel *, una neonata di cinque settimane del Kenya. Rachel è stata trovata in un campo, con vermi vivi che scavavano un tana in una parte del suo viso e del suo corpo e mangiavano ciò che restava del suo cordone ombelicale, ultimo collegamento tra lei e sua madre. Chi l’ha trovata, noi non lo sappiamo. Tutto ciò che sappiamo è che è stata portata all’ospedale locale, e che le è stato dato il nome dalle infermiere.


Passano sei mesi e Rachel ha appena lasciato l’ospedale, finalmente guarita dall’infestazione dei vermi ma ancora con le cicatrici in volto. Ha una nuova casa in un Villaggio SOS adesso. Ha anche una nuova madre, una che certamente non desidera sbarazzarsi di lei. Adesso ha alcuni fratelli e sorelle più grandi. La sua casa è una casa grande, in un bel villaggio dove la sola erba che c’è serve per giocarci sopra.


Rachel dorme sempre
La mamma SOS di Rachel cerca di instaurare un contatto affettivo con la piccola, ma la bimba desidera solo dormire.
La mamma SOS cerca di dondolarla fra le sue braccia per farla addormentare, ma Rachel non l’accetta e piange. Solo quando sua madre la mette a letto alla fine si addormenta, e dorme quasi tutto il tempo. La mamma SOS arriva così alla conclusione che Rachel non ha l’abitudine ad essere tenuta in braccio. Se n’è accorta durante gli ultimi sei mesi, e anche mentre era in ospedale: Rachel è sempre stata a letto, la maggior parte del tempo a dormire.

Questa presa di coscienza la rende ancora più consapevole dei bisogni di Rachel. Oltre all’amore e all’attenzione che sono diritto di ogni bambino, Rachel ha anche bisogno di abituarsi al contatto amorevole di un altro essere umano, per essere capace di addormentarsi fra le braccia della sua mamma. E’ un concetto semplice, ma il raggiungerlo, così che Rachel abbia abbastanza fiducia in sua madre per chiudere gli occhi e dormire, richiederà tempo. La nuova mamma di Rachel, con la sua giovane famiglia, ha quel tempo.

Godere del fatto di essere la più piccola
Passa un anno. Se oggi guardiamo attraverso le finestre della casa famiglia di Rachel nel Villaggio SOS è l’ora di pranzo e tutti e cinque i bambini sono seduti attorno al tavolo.
Il direttore del villaggio entra in casa con un’ ospite: si uniscono alla famiglia a tavola.
Il direttore prende in braccio una bimbetta e la mette sulle sue ginocchia. Lei si rannicchia accanto a lui e sorride timidamente alla visitatrice. Poi salta su, si dirige verso l’ospite e siede sulle sue ginocchia. Continua a chiacchierare in Swahili chiedendo di sapere chi è la visitatrice, da dove viene e perché è là.

Quella bambina è Rachel, in una nuova versione, felice, fiduciosa, insolente anche, che si fa allacciare le scarpe da sua sorella, che viene aiutata a vestirsi, gustando i privilegi di essere la più piccola. Ma Rachel non vuole essere diversa dai suoi fratelli tanto da insistere per aiutare a lavare i piatti. I bambini le assegnano il compito di riporre i piatti.

La mamma di Rachel conferma che il trauma di Rachel sembra esseresuperato: ”E’ molto felice, molto attiva”, spiega sua madre, “Ha trovato una famiglia ed è capace di interagire”.

La mamma SOS aggiunge che Rachel è una bimba intelligente, capace di afferrare in fretta le informazioni e di ricordarle. Rachel è anche diventata molto bella, le sue cicatrici spariscono mentre sorride. Questa è una bambina che ha una vita piena ed attiva davanti a sé.

Ma una domanda rimane
Nonostante il lieto fine, rimane una domanda: chi è così disperato da abbandonare suo figlio appena nato? Tante mamme giovani in Africa, spesso sole, disoccupate e spesso anche malate, continuano a partorire senza nessun aiuto e senza nessuna visibile rete si sostegno. Ce ne sono molte tanto disperate da non vedere alcuna via di uscita.
Rachel è una sopravvissuta e la sua mamma SOS e la sua famiglia l’ameranno sempre e sempre l’aiuteranno. Andrà a scuola e forse un giorno avrà conoscenze, abilità e pietà per rendere il mondo un posto migliore, così che mamme disperate non siano più costrette ad abbandonare i loro bimbi.

Per motivi di privacy il nome della bimba è stato cambiato.

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