lunedì, ottobre 15, 2007

Di Francesco si è detto che egli “ha camminato nel mondo come grazia di Dio”. Morente, le sue parole ai frati che lo avevano seguito con amore e fedeltà sono state: “Ho finito il mio lavoro, il Signore vi conceda di fare il vostro!” Qual è il lavoro che, con la grazia di Dio, per oltre 800 anni i Francescani sono chiamati e compiere? Come mai questa vocazione, questo testamento non ha mai parso il suo charme, la sua attrattiva?

di sr. Rosemary Lynch, OFS - esponente di Pace e Bene Nonviolence Service

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Francesco ha richiamato il mondo, le autorità del suo tempo, ad una più approfondita comprensione della intrinseca “familiarità” di ogni vita, di tutto ciò che esiste. La sua stessa storia svela molte chiavi per tale comprensione, riassunte nel suo “Cantico delle Creature”. Come avrebbe potuto danneggiare, ferire, uccidere qualsiasi frazione di tale sublime dono? Come possono i suoi seguaci di oggi non vedere le colossali ferite che la guerra infligge a Madre Terra e oltre?

L’episodio di Francesco con il vescovo Guido di Assisi rivela un intuizione illuminante per il nostro appello al “disarmo”. Quando il vescovo rimprovera Francesco per la sua povertà, la sua indigenza, il santo replica: “Messere, se aves-simo dei beni dovremmo disporre anche di armi per difenderci, e noi siamo persone di pace”. Queste semplici parole sono la nostra carta costitutiva e ci chiamano, quali suoi seguaci, a intendere il disarmo come una cara eredità, un impegno attuale.

Tale impegno va oltre le nazioni, le frontiere e le culture. Anche qui Francesco è la nostra guida. La leggenda racconta che quando il santo , dopo aver oltrepassato il pericoloso accampamento dell’ar-mata musulmana, giunse alla tenda del Gran Sultano Malik-el-Kamil, vi arrivò da fratello non da guerriero. Il Sultano, impressionato dalla semplicità e dalla santità di tale pellegrino pianse quando Francesco ripartì e disse: “Povero me, se i cavalieri dell’occidente ve-nissero armati solo d’amore come questo fratello: finché verranno con le armi, potremo facilmente sconfiggerli”

Mentre oggi le nazioni e i governi lottano e ingaggiano guerre per motivi non dichiarati ma ovvi - controllo della produzione petroli-fera mondiale, delle risorse idriche, delle miniere di minerali – i Fran-cescani hanno davvero una mis-sione da intraprendere, ad ogni possibile livello, nel processo di disarmo. Ciò significa avere menti libere, cuore, energie per i grandi compiti della nostra epoca – la creazione di una “famiglia di nazioni” che sarà possibile soltanto quando tutti ovunque riconosce-ranno sia la sacralità della vita sia il potere distruttivo attualmente nelle loro mani. Per comprendere ciò sarà necessario disarmare, nel senso più profondo della parola, anima, cuore, mente e volontà.

Quando Francesco si è reso conto di aver finito il suo “lavoro” ed ha ordinato ai suoi seguaci di com-piere il proprio, non poteva aver previsto un mondo in bilico sull’orlo della distruzione. Eppure, senza dubbio le sue parole sarebbero state le stesse. Avrebbe benedetto ogni sforzo dei Frances-cani che oggi dedicano se stessi con amore ed energia alla costru-zione di un mondo disarmato. Si sarebbe rallegrato di questa pros-pettiva! È tempo che tutti i suoi seguaci si uniscano nel salva-guardare il meraviglioso pianeta Madre Terra, che è la nostra casa, anzi l’intero universo donato alla nostra cura.


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