da Radio Vaticana
Si registra un’anomalia nella mappa dei poveri in Europa; secondo le stime dell’UNICEF, 17 milioni di bambini vivono in condizioni difficili e non appartengono soltanto a famiglie di immigrati - che restano una fetta consistente - ma soprattutto ai ceti medi, nuclei cioè costituiti da padri o madri sole con un’unica entrata. Quest’ultime rappresentano il 20% sul totale e si rivolgono con sempre più frequenza alle strutture assistenziali perché in condizioni di estrema difficoltà e incapaci di allattare i loro bambini. Da segnalare anche la forte differenza tra nord e sud Europa nella disponibilità di servizi per l’infanzia: Paesi come Italia, Spagna e Grecia presentano infatti gravi lacune.
L’allarme sulla povertà è stato lanciato nel corso del convegno che si è svolto a Roma presso la sede di rappresentanza del Parlamento Europeo, in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia. Sull’Osservatore Romano, Roberta Angelilli, coordinatrice del Parlamento Europeo per i diritti dell’Infanzia, ha sottolineato la necessità di maggiori investimenti, di scelte legislative che siano di reale sostegno. “Le famiglie – ha detto l’europarlamentare - ci chiedono più strutture come nidi ed asili perché spesso lavorando entrambi i genitori non sono in grado di assistere i piccoli per tutto il giorno”. Il comitato “Mammeemondi”, in grado di supportare 1.800 donne di 70 nazionalità diverse, ha denunciato anche casi di malnutrizione gravi con madri costrette a dare acqua e camomilla al posto del latte. In tal senso, l’associazione ha promosso la distribuzione gratuita di latte alle famiglie più indigenti alle quali viene offerto anche sostegno psiocologico.(B.C.)
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.