mercoledì, novembre 14, 2007

di Naoki Tomasini, Peace Reporter


Un film per raccontare Falluja: una donna irachena, un soldato Usa e la guerra

Nel novembre del 2004 sulla città di Falluja si abbatte l'operazione Phantom Fury, una delle più imponenti battaglie dall'inizio della guerra in Iraq. Per la prima volta nello scenario iracheno, la forza multinazionale usa munizioni non convenzionali causano centinaia di vittime, compromettendo gravemente le condizioni sanitarie della città e sollevando in tutto il mondo gravi interrogativi sulla legittimità di quell'attacco. Le spettacolari immagini dei bombardamenti al fosforo che illuminano come un fuoco d'artificio la notte irachena hanno fatto il giro del mondo, così come quelle dei corpi carbonizzati con capelli e abiti intatti. Visioni apocalittiche che hanno trasformato Falluja in un simbolo dell'assurda guerra in Iraq.
Ambientato a Falluja nel novembre 2004, Angeli Distratti è un docufiction -un documentario in cui si fondono documenti di repertorio audio-video e recitazione- prodotto da Lucky Red, Man’è e l'Ong Un ponte per... .
É la ricostruzione di una storia realmente accaduta, inframmezzata dagli interventi di un medico iracheno, che in quei giorni prestava servizio nell'ospedale cittadino, di un reduce pentito e di Simona Torretta, la cooperante italiana rapita a Baghdad nel settembre dello stesso anno. Le immagini delle battaglie nella città irachena, cupe e sgranate, fanno da cornice all'incontro di due personaggi: una donna irachena, impersonata da una civile che vive realmente a Falluja, e un soldato statunitense. Donna e soldato si trovano a interagire entro un'ambiente quasi teatrale, l'abitazione della donna, dove i militari Usa hanno appena fatto irruzione. La guerra le ha strappato il marito e tre figli, l'ultimo dei quali viene ucciso davanti a lei, dopo che aveva ammazzato tre dei soldati che cercavano di irrompere nella casa.
Lei è cieca, ma anche risoluta come chi non ha più nulla da perdere, mentre lui è sconvolto dalla perdita dei commilitoni e dalla follia della guerra che non immaginava quando decise di arruolarsi. “Mi avevano detto che non sarei mai sceso dal veicolo blindato e che mi sarei divertito ad ammazzare i terroristi” le confessa lui a un certo punto, e conclude: “ma qui in Iraq siete tutti pazzi”. Lui è armato eppure in balìa della situazione, mentre la donna è impotente ma solida. Entrambi tuttavia sono vittime di un gioco perverso, che non consente a nessuno la libertà di scelta. Questa è la guerra, un incubo in cui nessuno può scegliere di vivere o di morire, di uccidere o di esssere ucciso. Tutto accade senza freni, mentre quel che rimane è solo il dolore di chi ha perso dei cari e gli incubi di chi torna a casa. Angeli Distratti è proprio questo: un film per raccontare cosa significa essere in guerra, non un documentario su Falluja nel 2004. Lo confermano le immagini degli scontri tra sciiti e sunniti -violenze settarie scoppiate diversi mesi dopo la battaglia di Falluja-, ma anche la varietà dei punti di vista scelti: i video utilizzati sono stati girati dai soldati, dai miliziani e dai civili.
Gli angeli di Falluja sono superstizioni. Durante l'assedio, tra gli iracheni fiorirono molte leggende che parlavano di interventi angelici, scesi per proteggere i civili e le case, per fermare le bombe o uccidere i soldati invasori. Quando le bombe uccidono persone innocenti si dice che gli Angelisi sono distratti. Gli angeli di Falluja sono leggende metropolitane, come un grosso ragno santificato per aver punto la gamba di un soldato Usa. Ma sono anche un segno della volontà di sperare ancora, mentre tutto attorno affoga nella violenza, nell'ingiustizia e nell'oppressione. "L'unica volta che ebbi davvero la sensazione della presenza di un angelo -racconta infine Simona Torretta-, fu quando conobbi a Enzo Baldoni".


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