martedì, novembre 13, 2007

di Fabio Gioffrè


Raciti era un poliziotto, Gabriele non lo era, entrambi morti ammazzati.
Che cosa ha a che fare il calcio con i francescani? Che cosa a che fare il calcio con la gente civile? La risposta è scontata: niente. Perlomeno non il tipo di calcio la cui tifoseria è formata da orde di talebani che popolano gli stadi italiani. La morte del giovane Gabriele Sandri è solo l'ultimo dei tragici episodi che disegnano ogni domenica il quadro calcistico italiano. Colori a tinte fosche spesso miste a sangue, quello derivato dalle risse, dagli accoltellamenti, dalle manganellate della polizia. Calcio è una parola dal doppio significato: violenza e soldi. Ci piacerebbe pensare che il calcio possa ancora essere puro sport, che faccia pensare alla sana competizione, al tifo spontaneo, genuino.
Certamente la gran parte degli italiani che ama il calcio - per ciò che dovrebbe essere - non frequenta più gli stadi, troppo pericolosi. Ma chi frequenta oggi quelle "moderne arene"? chi sono questi barbari scalmanati che riempioni gli spalti? E' difficile dargli un volto e un nome quando sono lontani da uno stadio, da una partita di calcio. A parte quelli schedati dalle forze dell'ordine, potremmo dire che qualunque tifoso può essere un violento, ovviamente tra i giovani la percentuale sale ed aumenta ulteriormente quando si parla di giovani politicizzati, sopratutto giovani di estrema destra. Le statistiche parlano chiaro e non è una novità che tutto ciò che proviene da una determinata area politica è sinonimo di violenza e squadrismo. E quale posto migliore può essere se non lo stadio per sfogare l'eco di "gloriose" violenze squadriste? Solo da un anno è stata vietata l'introduzione all'interno degli stadi di croci uncinate, striscioni con immagini e slogan inneggianti al Duce e Hitler, offese razziste e quant'altro. Ma non parliamo solo di violenza politicizzata. Spesso i teppisti non sanno nemmeno cosa sia la politica, essi picchiano per il gusto di farlo. Dunque la violenza negli stadi è un mostro con più teste e un nemico dai volti diversi è ancor più difficile da combattere.
Le contromisure che il governo non prenderà: sospensione prolungata del campionato e/o partite a porte chiuse, quindi, fine delle trasferte. Un'utopia che resterà tale. Non è necessario spiegare il perchè. I soldi, quando sono tanti, ricoprono anche i morti e li seppelliscono. Anche le frasi fatte dunque hanno un senso: non cambierà niente.


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