Ventitrè nuovi alti prelati nominati da Benedetto XVI: diciotto hanno diritto di voto in Conclave, cinque sono emeriti. "Rappresentano universalità della Chiesa"
ROMA - "La diversità dei membri del collegio cardinalizio, sia per provenienza geografica che culturale, pone in rilievo la crescita provvidenziale della Chiesa in ogni parte del mondo ed evidenzia al tempo stesso le mutate esigenze pastorali a cui il Papa deve rispondere". Con queste parole, durante l'omelia, Papa Benedetto XVI ha spiegato la varietà dell'attuale Collegio cardinalizio e anche dei ventitrè nuovi cardinali "creati" durante il concistoro nella basilica di San Pietro. Dei nuovi porporati diciotto sono elettori e cinque emeriti.
"L'universalità - ha proseguito il Pontefice - e la cattolicità della Chiesa ben si riflette pertanto nella composizione del collegio dei cardinali: moltissimi sono pastori di comunità diocesane, altri sono al diretto servizio della Sede Apostolica, altri ancora hanno reso benemeriti servizi in specifici settori pastorali".
I diciotto con diritto di voto. Questi i nomi dei diciotto nuovi cardinali con diritto di voto in Conclave, e cioè con meno di 80 anni: Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali; John Patrick Foley, pro-Gran Maestro dell'ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; Giovanni Lajolo, presidente della Pontificia Commissione e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; Paul Joseph Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum; Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana.
E ancora: monsignor Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici; Raffaele Farina, archivista e bibliotecariodi Santa Romana Chiesa; Augustin Garcia-Gasco Vicente, arcivescovo di Valencia (Spagna); Sean Baptist Brady, arcivescovo di Armagh (Irlanda); Lluis Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona (Spagna); Andrè Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi (Francia); Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova (Italia); Theodor-Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar (Senegal); Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay (India); Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Monterrey (Messico); Daniel Di Nardo, arcivescovo di Galveston-Houston (Usa); Odilio Pedo Scherer, arcivescovo di San Paolo (Brasile); John Njue, arcivescovo di Nairobi (Kenya).
I cinque emeriti. Il 17 ottobre scorso, quando diede l'annuncio sulle nuove nomine, dopo aver elencato i diciotto cardinali elettori, Ratzinger affermò: "Desidero elevare alla dignità cardinalizia tre venerati presuli e due benemeriti ecclesiastici, particolarmente meritevoli per il loro impegno al servizio della Chiesa".
Questi i nomi dei porporati non elettori: Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei (Bagdad): Giovanni Coppa, nunzio apostolico; Estanislao Esteban Karlic, arcivescovo emerito di Paranà (Argentina), Urbano Navarrete, già rettore della Pontificia Università Gregoriana; Umberto Betti, già rettore della Pontificia Università Lateranense.
"Tra questi ultimi - spiegò sempre il 17 ottobre il Pontefice - è stato mio desiderio elevare alla porpora anche l'anziano vescovo Ignacy Jez, di Koszalin-Kolobrzeg, in Polonia, benemerito presule, che ieri è improvvisamente mancato. A lui va la nostra preghiera di suffragio".
ROMA - "La diversità dei membri del collegio cardinalizio, sia per provenienza geografica che culturale, pone in rilievo la crescita provvidenziale della Chiesa in ogni parte del mondo ed evidenzia al tempo stesso le mutate esigenze pastorali a cui il Papa deve rispondere". Con queste parole, durante l'omelia, Papa Benedetto XVI ha spiegato la varietà dell'attuale Collegio cardinalizio e anche dei ventitrè nuovi cardinali "creati" durante il concistoro nella basilica di San Pietro. Dei nuovi porporati diciotto sono elettori e cinque emeriti.
"L'universalità - ha proseguito il Pontefice - e la cattolicità della Chiesa ben si riflette pertanto nella composizione del collegio dei cardinali: moltissimi sono pastori di comunità diocesane, altri sono al diretto servizio della Sede Apostolica, altri ancora hanno reso benemeriti servizi in specifici settori pastorali".
I diciotto con diritto di voto. Questi i nomi dei diciotto nuovi cardinali con diritto di voto in Conclave, e cioè con meno di 80 anni: Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali; John Patrick Foley, pro-Gran Maestro dell'ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; Giovanni Lajolo, presidente della Pontificia Commissione e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; Paul Joseph Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum; Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana.
E ancora: monsignor Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici; Raffaele Farina, archivista e bibliotecariodi Santa Romana Chiesa; Augustin Garcia-Gasco Vicente, arcivescovo di Valencia (Spagna); Sean Baptist Brady, arcivescovo di Armagh (Irlanda); Lluis Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona (Spagna); Andrè Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi (Francia); Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova (Italia); Theodor-Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar (Senegal); Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay (India); Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Monterrey (Messico); Daniel Di Nardo, arcivescovo di Galveston-Houston (Usa); Odilio Pedo Scherer, arcivescovo di San Paolo (Brasile); John Njue, arcivescovo di Nairobi (Kenya).
I cinque emeriti. Il 17 ottobre scorso, quando diede l'annuncio sulle nuove nomine, dopo aver elencato i diciotto cardinali elettori, Ratzinger affermò: "Desidero elevare alla dignità cardinalizia tre venerati presuli e due benemeriti ecclesiastici, particolarmente meritevoli per il loro impegno al servizio della Chiesa".
Questi i nomi dei porporati non elettori: Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei (Bagdad): Giovanni Coppa, nunzio apostolico; Estanislao Esteban Karlic, arcivescovo emerito di Paranà (Argentina), Urbano Navarrete, già rettore della Pontificia Università Gregoriana; Umberto Betti, già rettore della Pontificia Università Lateranense.
"Tra questi ultimi - spiegò sempre il 17 ottobre il Pontefice - è stato mio desiderio elevare alla porpora anche l'anziano vescovo Ignacy Jez, di Koszalin-Kolobrzeg, in Polonia, benemerito presule, che ieri è improvvisamente mancato. A lui va la nostra preghiera di suffragio".
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