Mentre andava a fare visita ad una zia, una ragazza cristiana di Faisalabad è stata rapita da un musulmano, che l’ha tenuta segregata per dieci giorni e l’ha convertita con la forza all’Islam. La polizia, informata, non ha fatto nulla perché “teme i risvolti religiosi del caso”.
Faisalabad – Una ragazza cristiana di 18 anni, Razia, è stata rapita, violentata e costretta a convertirsi all’Islam. Il caso è avvenuto il 21 ottobre scorso a Faisalabad.
Secondo la prima ricostruzione degli eventi, la giovane si era recata in casa di una zia per farle visita, ma non era più rientrata. Dopo averla cercata nelle case dei vari parenti, i genitori si sono ricordati che Razia aveva parlato loro di Sajid, un musulmano che la corteggiava con insistenza. Tuttavia, questi ha negato ogni coinvolgimento.Razia è ritornata a casa il 31 ottobre, in evidente stato di shock, ed ha raccontato ai genitori di essere stata rapita da Sajid, che l’ha violentata ripetutamente e costretta a convertirsi all’Islam. Attualmente, la ragazza si trova in casa sotto osservazione medica.
Khalil Tahir, il presidente del Fondo Adal Trust che aiuta i membri delle minoranze in difficoltà: “Il padre della ragazza ha denunciato l’episodio sin dalla prima sera del rientro di Razia, ma la polizia non ha voluto fare nulla perché teme che il caso possa divenire di grande rilevanza, data la natura religiosa del gesto”. Per questo, conclude, “al momento quell’uomo è libero, e può fare ciò che vuole. Come avvocato, aiuterò in ogni modo questa povera famiglia ad ottenere giustizia in una Corte pakistana”.
Secondo la prima ricostruzione degli eventi, la giovane si era recata in casa di una zia per farle visita, ma non era più rientrata. Dopo averla cercata nelle case dei vari parenti, i genitori si sono ricordati che Razia aveva parlato loro di Sajid, un musulmano che la corteggiava con insistenza. Tuttavia, questi ha negato ogni coinvolgimento.Razia è ritornata a casa il 31 ottobre, in evidente stato di shock, ed ha raccontato ai genitori di essere stata rapita da Sajid, che l’ha violentata ripetutamente e costretta a convertirsi all’Islam. Attualmente, la ragazza si trova in casa sotto osservazione medica.
Khalil Tahir, il presidente del Fondo Adal Trust che aiuta i membri delle minoranze in difficoltà: “Il padre della ragazza ha denunciato l’episodio sin dalla prima sera del rientro di Razia, ma la polizia non ha voluto fare nulla perché teme che il caso possa divenire di grande rilevanza, data la natura religiosa del gesto”. Per questo, conclude, “al momento quell’uomo è libero, e può fare ciò che vuole. Come avvocato, aiuterò in ogni modo questa povera famiglia ad ottenere giustizia in una Corte pakistana”.
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