martedì, novembre 27, 2007

di Fabio Vitucci


Continua in Cina il totale spregio di ogni diritto umano e civile: il pastore tibetano Runngye Adak è stato condannato a otto anni di carcere per aver urlato ad una festa popolare nella provincia del Sichuan, Cina del Sud, "LUNGA VITA AL DALAI LAMA".
La sentenza, tenuta nascosta per alcuni giorni, alla fine è stata resa pubblica. Insieme all'uomo, padre di 11 figli, sono stati imprigionati tre suoi amici, che poche ore dopo l'arresto si erano permessi di protestare e di chiedere la liberazione: la corte li ha ritenuti colpevoli di avere attentato "alla sicurezza nazionale".
E tutto questo mentre in Italia l'arrivo del Dalai Lama sta passando sotto silenzio perchè il governo e le varie autorità non vogliono correre il rischio di inimicarsi la potenta Cina, ricca terra senza diritti.


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