giovedì, novembre 08, 2007

di Fabio Gioffrè

«Credo che la libertà sia uno dei beni che gli uomini dovrebbero apprezzare di più. La libertà è come la poesia: non deve avere aggettivi, è libertà».
E queste sue parole riassumevano a pieno l’anima del giornalista, dell’uomo, di ciò che Enzo Biagi ha sempre voluto essere, un uomo di libero pensiero. Timido e pungente allo stesso tempo, se n’è andato senza clamore, circondato dall’amore delle sue figlie e lasciando un vuoto incolmabile nel giornalismo italiano. Amava definirsi un cronista. Per molti giornalisti è stato un maestro. Per noi che lavoriamo nel mondo dell’informazione è venuto a mancare un esempio da seguire, un libro da cui trarre lezioni di vita e di umanità. Biagi a dimostrato che fare informazione non è solo un fatto di scoop. La passione giornalistica è un fatto umano, una questione di “cuore” tra noi e il lettore. Enzo Biagi è stato per tutta la vita un passionario, gentile, garbato, profondo. Con parole franche, e con lo stile semplice e diretto che lo contraddistingue, Biagi racconta, raccoglie, descrive.

Come è noto, Biagi per cinque lunghi anni è stato costretto a restare lontano dalla televisione e quindi ha vissuto come un regalo della vita la possibilità di riprendere negli ultimi mesi il proprio lavoro di sempre come giornalista anche televisivo. Nel giorno della morte la figlia Bice di fronte alla camera ardente: «Ha avuto dei grandissimi dolori privati, negli ultimi anni, ma la vita gli ha dato un ultimo regalo - ha detto Bice - perché pochi mesi fa ha potuto riprendere, per qualche mese, il lavoro che aveva fatto tutta la vita». Continua Bice:« Si è addormentato sereno. Aveva previsto tutto come al solito. Ci ha fatto dormire qualche ora e poi gli siamo stati tutti accanto fino all'ultimo. Mi rendo conto - ha detto visibilmente commossa - voi ricordate Enzo Biagi, io mio padre. Grazie a tutti quelli che ci sono stati vicino».
Biagi mancherà a tutti, alle figlie, agli italiani, forse non a tutti, certo non a chi ci ha privato di lui per cinque anni. Ci è mancato quel giornalismo garbato a cui per molti lustri ci aveva abituato. Ci mancheranno le sue citazioni, quelle che amava tanto somministrare ai suoi intervistati prima di porre una domanda. Di Enzo Biagi resta molto, un grande patrimonio fatto di libri, articoli, editoriali. Un’eredità che ci auguriamo possa continuare ad essere un esempio nel mondo della stampa, per i giovani giornalisti e per quelli che verranno.
Amava dire che tutti abbiamo una grande fortuna: avere ricordi in comune con una persona che amiamo, essi sopravvivono alla vita. E’ vero, siamo fortunati, il ricordo degli italiani si tramuta ora in un ringraziamento verso un uomo che ha sempre difeso la verità e principi come umanità e libertà. Grazio Enzo.

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