martedì, novembre 27, 2007

da Radio Vaticana

Più ombre che luci hanno segnato la cronaca recente del calcio italiano, con le derive di violenza che hanno visto un giovane tifoso perdere la vita, come in precedenza e in altre circostanze era stato un ispettore di polizia a cadere senza vita. Le luci sono state "accese" in particolare dalla nazionale di calcio azzurra, guidata dal commissario tecnico, Roberto Donadoni. Luca Collodi gli ha chiesto un'opinione sugli ultimi avvenimenti e sul bisogno di valori del quale, ora più che mai, il microcosmo del pallone sembra aver bisogno: (in audio)

R. - Credo che il buon senso debba essere risvegliato in noi, altrimenti si corre il rischio di arrivare ad un degrado tale dal quale poi è difficile rientrare.

D. - Quanto pesa sul fattore-violenza l’immagine che la tv e la stampa spesso offrono del calcio e dello sport?

R. - E’ un po’ quanto dicevo prima: il buon senso ha chiaramente una rilevanza importante. In questo, la televisione e la stampa hanno un grande compito. Se riescono ad adoperarsi in maniera costruttiva e positiva, possono dare un enorme apporto. Spesso, secondo me, questo non accade.

D. - Lei è selezionatore della Nazionale, si trova in un ruolo importante. Guarda all’uomo che è dentro un giocatore?

R. - Sicuramente. Credo che tutti questi aspetti abbiano una grande rilevanza e importanza. Ogni giocatore, prima di tutto, è un uomo.

D. - In una precedente intervista ha fatto riferimento a Papa Benedetto XVI e a Giovanni Paolo II. Simpaticamente, se dovesse schierarli in campo, che ruoli attribuirebbe loro?

R. - Credo che in questo momento non ci sia bisogno solo di difensori ma anche di attaccanti, come coloro che chiaramente propongono e danno qualcosa. Quindi, li schiererei chiaramente dal centrocampo in avanti.

D. - Ispiratori del gioco?

R. - Direi di sì, visto che sono anche ispiratori di vita e di comportamento.

D. - Un consiglio, ai giovanissimi che si avvicinano al calcio...

R. - Consiglio di usare molto la propria testa, di non farsi trascinare da consigli sbagliati o da gruppi che non pensano tanto al bene comune, ma più che altro a se stessi.

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