da PeaceReporter
Le associazioni femminili birmane, in vista della Giornata contro la violenza sulle donne, insistono nel perseguire forme di lotta non violenta contro la dittatura birmana. La rete internazionale delle donne lancia oggi una campagna per il rilascio immediato di tutte le prigioniere politiche, nonché della leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari. Secondo le associazioni femminili birmane, ci sono 106 donne, comprese sei monache buddiste, ancora detenute. ''Siamo seriamente preoccupate per la salute e la sicurezza delle attiviste detenute e di tutti i prigionieri politici ancora in carcere'', ha dichiarato Pò Hset Hser, portavoce della 'Women's League for Burma'. Secondo un comunicato stampa rilasciato oggi dalla Lega delle donne queste vengono utilizzate dalla giunta per campagne diffamatorie contro i monaci. ''Le donne vengono costrette a confessare in video di avere avuto relazioni sessuali con i monaci»'', dicono dalla Lega donne.
''Abbiamo motivo di ritenere che le donne recentemente messe in stato di arresto, incluse le monache, siano oggetto di violenza sessuale oltre a vivere in condizioni inaccettabili all'interno delle prigioni'', ha poi aggiunto la portavoce. Il 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, le associazioni femminili birmane chiederanno che dal 10 dicembre vengano rilasciate tutte le detenute per motivi politici.
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