da New Scientist
Secondo uno studio tedesco, il picco di produzione del petrolio potrebbe essere già stato toccato nel 2006. La carenza delle scorte potrebbe provocare futura instabilità sociale.
È una discesa senza fine quella che aspetta il petrolio d’ora in poi. Almeno secondo uno studio effettuato dall’Energy Watch Group (EWG) di Berlino, in Germania. Infatti l’osservatorio tedesco sull’energia ha dichiarato questa settimana che il picco nella produzione mondiale di petrolio è stato già raggiunto nel 2006. Molto prima del previsto.
EWG ha analizzato le cifre della produzione di petrolio e ha predetto che dovrebbe scendere del 7 per cento ogni anno, arrivando a toccare circa la metà dei livelli odierni nel 2030.
Tale annuncio arriva proprio mentre il petrolio raggiunge prezzi record, intorno ai 90 dollari al barile, e contraddice le stime ottimistiche appena rilasciate dall’Agenzia Internazionale per l’Energia con sede a Parigi, in Francia.
Il rapporto tedesco, però, non si limita a gettare luci oscure sul futuro del petrolio, ma allarga il tiro anche sulla produzione di carbone, gas e uranio. Tutti destinati a crollare. Il gruppo di scienziati tedeschi ammonisce che la carenza di scorte di energia potrebbe a breve provocare una ‘fusione sociale’, vale a dire un periodo di vasta instabilità con alte probabilità di rivolte di massa come quelle che si sono verificate in Birmania alla fine di settembre non appena il governo locale ha deciso di incrementare il prezzo del greggio.
Secondo uno studio tedesco, il picco di produzione del petrolio potrebbe essere già stato toccato nel 2006. La carenza delle scorte potrebbe provocare futura instabilità sociale.
È una discesa senza fine quella che aspetta il petrolio d’ora in poi. Almeno secondo uno studio effettuato dall’Energy Watch Group (EWG) di Berlino, in Germania. Infatti l’osservatorio tedesco sull’energia ha dichiarato questa settimana che il picco nella produzione mondiale di petrolio è stato già raggiunto nel 2006. Molto prima del previsto.
EWG ha analizzato le cifre della produzione di petrolio e ha predetto che dovrebbe scendere del 7 per cento ogni anno, arrivando a toccare circa la metà dei livelli odierni nel 2030.
Tale annuncio arriva proprio mentre il petrolio raggiunge prezzi record, intorno ai 90 dollari al barile, e contraddice le stime ottimistiche appena rilasciate dall’Agenzia Internazionale per l’Energia con sede a Parigi, in Francia.
Il rapporto tedesco, però, non si limita a gettare luci oscure sul futuro del petrolio, ma allarga il tiro anche sulla produzione di carbone, gas e uranio. Tutti destinati a crollare. Il gruppo di scienziati tedeschi ammonisce che la carenza di scorte di energia potrebbe a breve provocare una ‘fusione sociale’, vale a dire un periodo di vasta instabilità con alte probabilità di rivolte di massa come quelle che si sono verificate in Birmania alla fine di settembre non appena il governo locale ha deciso di incrementare il prezzo del greggio.
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