sabato, novembre 03, 2007
Ma il capo dell’esecutivo dell’Amministrazione Centrale Tibetana, in esilio in India, avverte: la Cina minaccia sempre ripercussioni contro chi incontra il Dalai Lama. da Asia News

Dharamsala – Il governo cinese “minaccia sempre serie ripercussioni” contro chi incontra il Dalai Lama, ma questo “non ferma l’opera del nostro leader: il suo incontro con Benedetto XVI ci rende molto felici e ci incoraggia per il nostro futuro”. Lo dice ad AsiaNews Samdhong Rinpoche, capo dell’esecutivo dell’Amministrazione Centrale Tibetana, in esilio in India, commentando le minacce proferite dal ministero cinese degli Esteri contro la visita prevista fra il Papa ed il Dalai Lama, che dovrebbe avvenire il prossimo 13 dicembre.
Quando il capo del buddismo tibetano è andato in America, riprende Rinpoche, “l’ambasciata cinese negli Usa ha mandato una lettera personale ad ogni altra rappresentanza diplomatica, minacciando serie ripercussioni se avessero partecipato al conferimento della medaglia d’oro del Congresso al Dalai Lama. Lo stesso è avvenuto in Germania e Canada”.

Tuttavia, riprende il leader politico in esilio, “l’incontro con il Papa ha una rilevanza diversa: il Dalai Lama rispetta tutti i leader religiosi, e tutte le religioni del mondo, e Benedetto XVI è uno dei più importanti capi religiosi al mondo. Inoltre, la Chiesa cattolica parla da sempre a favore della libertà religiosa e dei diritti umani”.
Questo incontro, dunque, “è estremamente importante, speciale e significativo. Manderà un segnale positivo ai leader mondiali politici e religiosi, ma anche a tutti coloro che lavorano per i diritti umani e per la libertà religiosa, in tutto il mondo”.

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