"L'hanno ucciso!", con queste parole, strozzate dalla commozione, siamo stati avvertiti telefonicamente che tutto era finito. Makwan, il 21enne iraniano condannato a morte in Iran per il reato di "lavat" (letteralmente, "sodomia") è stato giustiziato, nonostante la mobilitazione di tanti uomini e donne che hanno cercato di impedirlo. Ma di fronte a tanta violenza ci uniamo anche noi idealmente alle donne e agli uomini della REFO di Firenze che giovedì 13 dicembre 2007 alle ore 21 si riuniranno a Firenze presso il Centro comunitario Valdese di Via Manzoni per dare vita ad una preghiera ecumenica e per gridare "la nostra sete di giustizia, di amore e di compassione, perché non si dia più la morte nel nome dell'unico Dio dei cristiani, degli islamici e degli ebrei".
Makwan rappresenta una delle tante persone uccise in Iran solo perché omosessuali e di cui non sapremo mai né il nome, né conosceremo la storia. La sua è l'ultima di una lunga catena di morte, un vero e proprio olocausto, infatti dal 1979 ben 10.000 omosessuali sono stati giustiziati nella repubblica islamica iraniana. Ma si può essere uccisi solo perché omosessuali, per eseguire un imperativo morale, culturale o religioso?
Non possiamo credere che la vita di un uomo possa essere infranta nel nome di Dio. Non ce la facciamo a tacere, a dimenticare, a chiudere tutti e due gli occhi.
Anche Noi, di fronte a tanta violenza e all'assordante silenzio sia delle Chiese che delle istituzioni ci uniremo idealmente alle donne e agli uomini della REFO di Firenze che giovedì 13 dicembre 2007 alle ore 21 si riuniranno a FIRENZE presso il Centro comunitario Valdese di Via Manzoni per dare vita ad una preghiera ecumenica e per gridare "la nostra sete di giustizia, di amore e di compassione, perché non si dia più la morte nel nome dell'unico Dio dei cristiani, degli islamici e degli ebrei".
Noi ci saremo, alcuni col cuore, altri di persona, perché non vogliamo arrenderci di fronte al male, perché non vogliamo dimenticare.
Makwan rappresenta una delle tante persone uccise in Iran solo perché omosessuali e di cui non sapremo mai né il nome, né conosceremo la storia. La sua è l'ultima di una lunga catena di morte, un vero e proprio olocausto, infatti dal 1979 ben 10.000 omosessuali sono stati giustiziati nella repubblica islamica iraniana. Ma si può essere uccisi solo perché omosessuali, per eseguire un imperativo morale, culturale o religioso?
Non possiamo credere che la vita di un uomo possa essere infranta nel nome di Dio. Non ce la facciamo a tacere, a dimenticare, a chiudere tutti e due gli occhi.
Anche Noi, di fronte a tanta violenza e all'assordante silenzio sia delle Chiese che delle istituzioni ci uniremo idealmente alle donne e agli uomini della REFO di Firenze che giovedì 13 dicembre 2007 alle ore 21 si riuniranno a FIRENZE presso il Centro comunitario Valdese di Via Manzoni per dare vita ad una preghiera ecumenica e per gridare "la nostra sete di giustizia, di amore e di compassione, perché non si dia più la morte nel nome dell'unico Dio dei cristiani, degli islamici e degli ebrei".
Noi ci saremo, alcuni col cuore, altri di persona, perché non vogliamo arrenderci di fronte al male, perché non vogliamo dimenticare.
Gli uomini e le donne del progetto Gionata
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