lunedì, dicembre 31, 2007
Chissà se Mario e Giovanni ci avevano pensato. Chissà se si erano immaginati che quell’appello ai giovani cristiani d’Italia si sarebbe propagato così rapidamente in tutto il Paese, e sarebbe stato tramandato anno dopo anno fino a superare ben due cambi di secolo, fino a entrare in un nuovo millennio. Chissà se Mario Fani e Giovanni Acquaderni, 22 anni il primo e 28 il secondo, avevano pensato a tutte queste cose quando, il 29 giugno del 1867, iniziarono insieme l’avventura dell’Azione Cattolica.
Probabilmente sì: certo non perché volessero peccare di presunzione, ma perché avevano in mente un progetto grande, grandissimo, e l’ardore di servire la loro Chiesa e il loro Paese era talmente forte che di sicuro, quel giorno di 140 anni fa, avevano nel cuore il proposito di dare vita a un’esperienza che avrebbe segnato la Storia.

Il programma adottato dai due fondatori, "Preghiera, Azione, Sacrificio", si traduce nella fedeltà a quattro doveri principali: devozione alla S. Sede, studio della religione, vita cristiana, esercizio della carità. Nel 1868 Pio IX approva con il breve pontificio Dum filii Belial la costituzione della nuova associazione.
Ben presto, affluiscono all'AC tante realtà della società italiana: nel 1896, nel XIV Congresso dei cattolici italiani, viene ufficializzata l'idea, già emersa un paio d'anni prima all'interno del circolo universitario di Roma, di creare una federazione nazionale dei circoli universitari cattolici. Nasce così la Fuci (Federazione Universitaria Cattolici Italiani) impegnata fin dai primi anni su due versanti: il confronto con la cultura moderna e l'impegno nell'ambito sociale.
Ad opera di Maria Cristina Giustiniani Bandinim, e con la collaborazione di Adelaide Coari, nasce invece l'Unione Donne di AC, che si assume la cura dei fanciulli cattolici e indirizza la propria azione nel campo della catechesi, dell'istruzione, dell'assistenza, portando fervore e vitalità nuove per la presenza femminile nella Chiesa.
Per iniziativa di Armida Barelli, sostenuta da Benedetto XV prima e da Pio XI poi, nasce all'interno dell'Unione Donne la Gioventù Femminile di Ac, con il compito di prendersi cura della "formazione religiosa, intellettuale, morale e sociale della giovane".
Nel 1922, al fine di raggruppare tutte le opere degli adulti nasce ad opera di Augusto Ciriaci e mons. Domenico Tardini, l'Unione Uomini Cattolici, voluta da Pio XI.
Durante i primi anni di pontificato di Pio XI si procede a ristrutturare complessivamente tutta l'Associazione. Con gli Statuti del 1923 l'Azione Cattolica viene costituita in 4 sezioni: Federazione Italiana Uomini Cattolici, Società Gioventù Cattolica Italiana, Federazione Universitari Cattolici Italiani, Unione Femminile Cattolica Italiana.
Durante l'epoca fascista l'AC non ha vita facile: Mussolini, contravvenendo agli accordi sanciti con il Concordato del 1929, invia ai prefetti l'ordine di chiudere i circoli dell'Ac, perché l'attività formativa religiosa esercitata in essi viene considerata contraria al fascismo. Pio XI risponde con l'enciclica "Non abbiamo bisogno" in cui afferma che il laicato e l'Ac non hanno bisogno di garanzie diverse da quelle della Chiesa, della fede e del rapporto con il pontefice.
Dopo la guerra, anche per merito dello sforzo organizzativo condotto lungo tutto l'arco del pontificato di Pio XII, l'Azione Cattolica raggiunge un'espansione mai vista prima: nel 1943 gli iscritti sono circa 2.500.000 e giungono nel 1959 a 3.372.000. Il periodo che si apre con la Liberazione e le successive elezioni per la Costituente, nel 1946, vede un coinvolgimento quasi diretto dell'Ac nelle competizioni elettorali e, più in generale, nel dibattito politico. Nel 1948, in particolare, in vista delle prime elezioni politiche repubblicane nascono i cosiddetti Comitati Civici, un'organizzazione collaterale all'Ac, con lo scopo di mobilitare tutte le forze cattoliche per la battaglia elettorale.
Nel 1962 si apre il Concilio Vaticano II e, nel 1964, viene nominato Presidente della Giunta Centrale di Ac Vittorio Bachelet, che, nel clima di rinnovamento conciliare, conduce l'Associazione a compiere la cosiddetta "scelta religiosa". Con essa non si intende indicare la strada del disimpegno dal piano temporale della vita cristiana ma l'affermazione della priorità dell'annuncio della Parola "in quanto capace di creare uomini nuovi e portatrice di una profonda carica di trasformazione della vita e della storia". Coerentemente con le nuove prospettive postconciliari, l'AC si dà nel 1969 un nuovo statuto, elaborato dopo un lunghissimo periodo di revisione, confronto, riflessione dei propri aderenti ai vari livelli.
La struttura organizzativa dell'Associazione assume un volto nuovo: i quattro Rami (Gioventù Maschile, Gioventù Femminile, Unione Donne, Unione Uomini) lasciano il posto a due Settori, uno per i giovani e uno per gli adulti, mentre le Sezioni minori sono sostituite con un'unica struttura unitaria: l'Azione Cattolica dei Ragazzi (ACR).
L'Azione Cattolica, nonostante il cambiamento di Statuto, dalla fine degli anni '80 comincia a perdere tesserati. Il calo, giunto lentamente fino ai 350.000 di oggi, è dovuto alla difficoltà di adeguarsi alla svolta "sessantottina". Da un lato l'AC, con figure come Bachelet e Monticone, si fa pienamente portavoce dello "spirito" del Concilio Vaticano II, dall'altro però, mantenendo una struttura legata alle parrocchie, comincia a perdere consensi in ampi strati sociali. A ciò si aggiunge l'"autonomia" della Fuci e del Centro Sportivo Italiano, oltre che alla totale separazione con le ACLI, la CISL e la Coldiretti, avvenuta, però, già negli anni cinquanta.
L'AC degli anni ottanta e novanta non è più l'Associzione per eccellenza dei laici cattolici. Nel frattempo sono nate nuove realtà, alcune delle quali fondate anche da ex appartenenti all'associazione. Il Movimento dei Focolari, la Comunità di Sant'Egidio, Comunione e Liberazione, il Rinnovamento nello Spirito cominciano proprio dagli anni sessanta la loro diffusione e crescita. Nel complesso il numero di laici cattolici impegnati non è andato diminuendo, ma si è distribuito in realtà diverse. L'AC è un'associazione vicina ai vescovi ed ai sacerdoti, dedita principalmente all'impegno parrocchiale ed alla "formazione cristiana delle coscienze". I movimenti cattolici invece hanno fatto proprie scelte più specifice: la comunione e l'unità i Focolari e S.Egidio, la preghiera ispirata il Rinnovamento, l'impegno nelle università e nel mondo economico-lavoratico CL.
Paola Bignardi, sotto la spinta della Cei, ha guidato l'Azione Cattolica in un forte processo di rinnovamento conclusosi con l'aggiornamento dello Statuto avvenuto nel settembre del 2003. L'azione di rinnovamento guidata dalla Bignardi e culminata nell'approvazione del nuovo Progetto formativo dell'Associazione ha dato nuova vitalità e visibilità pubblica ed ecclesiale all'associazione, che ha portato nel 2006, sotto la presidenza di Luigi Alici, ad un aumento delle adesioni, il primo dopo molti anni segnati da una generalizzata difficoltà dell'associazionismo.

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