mercoledì, dicembre 12, 2007
Almeno 4 morti, decine di feriti. Tra le vittime il generale al-Hajj, candidato alla guida delle forze armate. Dal 23 novembre il paese è senza presidente.

BEIRUT - Una bomba è esplosa nelle prime ore della mattinata alla periferia di Beirut, provocando almeno quattro morti e decine di feriti. Tra le vittime anche il comandante delle operazioni dell'esercito libanese, generale François al-Hajj, considerato uno dei più probabili candidati alla guida delle forze armate. L'esplosione è avvenuta nel sobborgo cristiano di Baabda, a sud-est di Beirut, non lontano dal palazzo presidenziale. L'area in cui si è verificato ospita numerose ambasciate straniere, di Paesi sia arabi sia occidentali.

SUCCESSORE - Al-Hajj avrebbe dovuto assumere la guida delle forze armate con l'elezione a capo dello Stato dell'attuale titolare, il generale Michel Suleiman, indicato dall'accordo di massima raggiunto faticosamente dalle diverse forze politiche contrapposte. L'alto ufficiale è deceduto a causa delle gravissime lesioni riportate in seguito allo scoppio di una bomba, nascosta lungo il ciglio della strada che stava percorrendo a bordo della propria vettura di rappresentanza.

BATTAGLIA NEL CAMPO PROFUGHI - Il generale al-Hajj si era distinto in particolare fra la primavera e l'estate scorsa, quando diresse le operazioni militari contro i guerriglieri del gruppo ultra-radicale Fatah al-Islam, asserragliati nel campo profughi palestinese di Nahr el-Bared alle porte di Tiro, nel nord del Libano: la sanguinosa battaglia si protrasse per quindici settimane, prima che la resistenza dei ribelli fosse stroncata e che i soldati governativi riuscissero a riassumere il controllo della baraccopoli, ormai abbandonata in massa dagli abitanti.

ATTENTATI - L'onda d'urto sviluppata dalla carica esplosiva era così potente che l'auto del enerale è stata letteralmente scaraventata in aria, piombando al di fuori della carreggiata; numerosi altri veicoli si sono incendiati; lesionati gli edifici adiacenti. un portavoce dell'Esercito ha precisato che tutti i morti erano militari. Già martedì sera, una granata assordante era esplosa nei pressi di una scuola nel vicino quartiere di Ain Rummaneh, senza tuttavia provocare né vittime né danni.

SENZA GUIDA - L'ennesimo atto di terrorismo è caduto in un momento nel quale il Paese dei Cedri sta attraversando la crisi politica forse peggiore nella sua pur travagliata storia. Dal 23 novembre, quando si concluse il mandato del filo-siriano Emile Lahoud, il Libano è senza un presidente della Repubblica. Vani finora tutti i tentativi di trovare un compromesso su una figura accettabile per i diversi partiti e comunità etnico-religiose. Martedì il Parlamento si sarebbe dovuto riunire per formalizzare l'elezione di Suleiman, cristiano maronita come vuole il tradizionale sistema di contrappesi che regola le istituzioni libanesi, e candidato in apparenza non sgradito neppure a gran parte dell'opposizione: il giorno prima però la seduta era stata rinviata ancora una volta, l'ottava di fila, al 17 dicembre prossimo, prorogando un vuoto di potere che rischia di riportare d'attualità i tempi funesti della guerra civile, combattuta fra il '75 e il '90.

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