sabato, dicembre 01, 2007

(di Bruno Volpe per Papanews.it)

CITTA’ DEL VATICANO - Vittorio Messori (nella foto con il Papa), giornalista e scrittore cattolico tra i più apprezzati, editorialista del ‘Corriere della Sera’ ed unico al mondo a poter vantare la realizzazione di due libri con altrettanti Pontefici - Giovanni Paolo II e Benedetto XVI -, illustra in esclusiva a ‘Petrus’ il suo punto di vista sui continui attacchi scagliati da diverse direzioni contro la Chiesa.

Maestro Messori, si respira sempre più un clima anticristiano…

"Ha ragione. D’altro canto, se si guardano le classifiche dei libri più venduti, si può notare facilmente come in cima alle classifiche ci siano testi che grondano anti-clericalismo da tutti i pori e che sono contraddistinti da un contenuto particolarmente offensivo verso i cristiani”.

Quando è nato, a Suo avviso, questo fenomeno?

"In verità, da molto tempo, ma negli anni si è accentuato. Se devo fare un’analisi su questo clima, dico che le cose, purtroppo, precipitarono negli anni ‘70, dopo il Concilio Vaticano II, non per colpa del Concilio ma di servi sciocchi che lo interpretarono come un rompete le righe, un invito a lasciate tutto, una ricreazione. Ma, fortunatamente, in pochi hanno seguito quei servi sciocchi, e oggi abbiamo un grande Papa”.

Lei accennava alla pericolosità di alcuni libri dati alle stampe…

“Veda, il ‘Codice da Vinci’ ha rappresentato solo la punta dell'iceberg di un fenomeno che covava da parecchio sotto la cenere. L’autore del ‘Codice da Vinci’, che non voglio neppure nominare, ha creato una sorta di catena di montaggio fatta di piccoli persecutori della Chiesa che, con assurdità storiche prive di logica e coerenza, e con la presunzione di far passare le proprie fantasie per ricerche scientifiche, hanno scritto solo falsità”.

Intanto, Benedetto XVI ha scritto una nuova preziosa Enciclica, questa volta sulla speranza…

"Meglio di così non poteva essere: ora leggiamola e godiamocela".

A Suo avviso, è un errore pensare che si stia tentando di cancellare le origini del cristianesimo?

"No, è giusto pensarlo: è in atto una scristianizzazione della società. Pensi che adesso qualche buontempone intende addirittura eliminare il ‘prima di Cristo’ e il ‘dopo Cristo’ quando si parla dei primi anni dopo la venuta del Messia con un ‘prima dell'epoca nuova’ e un ‘dopo l'inizio dell’epoca nuova’. Ma dico io, è normale tutto ciò?".

Assolutamente no. Ma noi cattolici, noi cristiani, come possiamo opporci?

"I cristiani devono reagire in maniera composta ma ferma, studiando, dando risposte coerenti e competenti quando si discute di Fede e lasciando da parte l’emotività. Non deve esserci nulla di isterico nella difesa della nostra religione. Io ho inventato quel ramo detto dell'Apologetica. Lo ritengo validissimo e da seguire. Ma, pensi, anche all'interno della Chiesa, sacerdoti e persino Vescovi mi hanno criticato accusandomi di essere retrogrado, ottocentesco, arretrato".

Lei fu attaccato duramente e persino minacciato dopo la pubblicazione del libro ‘Rapporto sulla Fede’, a dimostrazione che il clima verso il cattolicesimo, anche in Italia, non è mai stato dei più favorevoli…

"E’ vero, ebbi anche minacce di tipo fisico, ma non mi lasciai intimidire".

Sicuro che l’avversità al cristianesimo, e in particolare alla Chiesa cattolica, parta solo dal post-Concilio senza alcun tipo di ‘regia occulta’?

"Guardi, io non credo ad un complotto o, ad esempio, ad un grande vecchio, ma ad un’epoca secolarista. I cattolici devono lavorare, studiare, ampliare la Fede, la speranza, con serietà, lucidità, compostezza, abbinando ragione e fede in quanto esse non sono affatto nemiche e, all’occorrenza, sanno anche andare d’accordo".

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