Una giornata con chi trascorre la festa in modo diverso. In alcuni luoghi è un giorno come un altro: alle stazioni ferroviarie, nei ristoranti e negli ospedali...
Quelli che il giorno di Natale non lo passano nel tepore di una casa. Con le gambe sotto il tavolo o attorniati di ragazzini festanti alle prese con i nuovi giochi ricevuti in dono. Quelli che una casa non ce l'hanno. O che dalla loro casa sono costretti a stare lontani. Come Stephan K., originario del Suriname. «Il mio Natale lo passerò a Milano - spiega -. Lavoro qui da poco e non posso permettermi di tornare nel mio Paese». Nella stessa situazione c'è Andrij W.: «Sono ucraino, vivo in Italia da soli due mesi. Sto cercando lavoro insieme a mio fratello. Vorremmo lavorare come imbianchini. Questo è il mio primo Natale qui».
LA STAZIONE COME CASA - In vari angoli di Milano il Natale non è molto diverso dagli altri giorni dell'anno per chi un tetto sulla testa non ce l'ha. Aldo R. è un homeless, uno dei tanti, che vive alla stazione ferroviaria di Porta Garibaldi: «il mio letto è vicino alle rotaie. Il Natale lo passo qui, tra la gente. L'anno scorso ho brindato al nuovo anno con il personale della stazione!». E come lui anche Peppino M.: «La mia casa è la stazione. Il Natale lo festeggerò qui per il secondo anno».
NATALE AL LAVORO - Gli addetti ai trasporti sono una delle categorie di pubblico servizio che anche nelle feste comandate devono stare, a rotazione, in attività. Lo sa bene Silvia F., capotreno di Trenitalia, a cui oggi tocca stare a bordo a controllare i biglietti ai pochi passeggeri che frequentano le linee regionali: «Quest'anno tocca a me. In genere è un giorno tranquillo. Sarà il mio Natale... di lavoro. Ma ho brindato comunque in stazione con i colleghi e con chi vive qui». Anche Valentino M. vive il suo Natale sui binari, di cui è addetto alle pulizie: «E' un sacrificio, ma il gioco vale la candela, oggi guadagno di più». I quotidiani non escono a Natale e a Santo Stefano, ma in alcune stazioni del metrò le edicole sono comunque aperte. Come quella gestita da Ye Fey, commerciante cinese: «Noi lavoriamo sempre, 365 giorni all'anno, Natale compreso. Le Feste le passo qui, in edicola, però con mia moglie: brindiamo insieme tra riviste e giornali». Ed è una giornata di lavoro anche per i tranvieri, quelli che a Milano vengono chiamati "manetta" (dal nome della leva che maneggiano per condurre i tram), come G. Billa, che porta il suo "numero 2" a piazzale Negrella.
RISTORANTI E FAST FOOD - I ristoranti lavorano alla grande, dovendo garantire l'apertura per quanti non vogliono stare a cucinare a casa e preferiscono concedersi un pranzo fuori. E chi non si può permettere un conto da 30 euro in su, il 25 dicembre si accontenta di un menù da meno di dieci euro in un fast food. Il lavoro non manca al McDonald's di piazza Duca d'Aosta, alla stazione centrale: «Noi restiamo aperti da sempre - spiega la responsabile, Laura M. Oggi abbiamo iniziato alle 10.30. Molte famiglie vengono qui a Natale». Extracomunitarie, soprattutto. O senza troppi mezzi economici: hamburger, patatine e crocchette non saranno proprio come i cappelletti, le lasagne, gli arrosti o il branzino che affollano i piatti di molte tavole imbandite, ma basta accontentarsi. Anche per loro c'è chi trascorre il Natale dietro la griglia a rosolare carne e friggere chips. «Il personale - dice ancora Laura M. - a turni ruota anche nei giorni festivi».
ALTRI MESTIERI - Sono sempre più le persone che lavorano anche il 25 dicembre, pur non essendo impegnati nell'ambito dei servizi pubblici. Lorenzo A., ad esempio, vive disegnando tatuaggi e applicando piercing. «E' il primo anno che resto aperto. Vale la pena provare». Antonio Perchia è invece il custode di un palazzo privato di Piazza Repubblica 27. «Lavoro anche a Natale fino alle 14. Poi per fortuna corro a casa a festeggiare insieme alla mia famiglia». Il responsabile di un Internet point di via Piazza Duca D'Aosta, zona stazione Centrale, spiega: «Noi lavoriamo sempre, qui c'è sempre gente di passaggio che tra un treno e l'altro si ferma all'internet point. Natale ci rende come un altro giorno dell'anno». Lorenzo R. è invece operatore ecologico e ha scelto volontariamente di lavorare anche oggi: «Sono di turno a Natale e prendo la paga doppia. Ho appena aperto un mutuo e ho bisogno di guadagnare di più». Si devono invece attenere ai turni i farmacisti. Alcune farmacie, come quella della stazione, restano aperte per garantire l'assistenza cittadina 24 ore su 24. Invece Flavio F. responsabile e volontario della Croce Ambrosiana del Soccorso Regionale Sanitario è in servizio dalle 8 alle 24. «Riceviamo molte chiamate rispetto ai giorni normali. C'è molto lavoro e noi siamo fieri di essere utili alla cittadinanza». Mentre Simona M. e Alessandra C., le due ragazze volontarie che lavorano insieme a Flavio M. il giorno di Natale ci raccontano: «per noi è una scelta di vita, ci crediamo». Il freddo si fa sempre più incessante ma all'ingresso della azienda ospedaliera Niguarda, incontriamo Abram K. un eritreo che dal 2003 vive in Italia e lavora come operatore ecologico presso la struttura ospedaliera. «Io lavoro per l'ospedale Niguarda dal 2003 e sono regolarmente assunto. I pazienti hanno bisogno anche di noi e sono felice di rendermi utile anche a Natale».
Quelli che il giorno di Natale non lo passano nel tepore di una casa. Con le gambe sotto il tavolo o attorniati di ragazzini festanti alle prese con i nuovi giochi ricevuti in dono. Quelli che una casa non ce l'hanno. O che dalla loro casa sono costretti a stare lontani. Come Stephan K., originario del Suriname. «Il mio Natale lo passerò a Milano - spiega -. Lavoro qui da poco e non posso permettermi di tornare nel mio Paese». Nella stessa situazione c'è Andrij W.: «Sono ucraino, vivo in Italia da soli due mesi. Sto cercando lavoro insieme a mio fratello. Vorremmo lavorare come imbianchini. Questo è il mio primo Natale qui».
LA STAZIONE COME CASA - In vari angoli di Milano il Natale non è molto diverso dagli altri giorni dell'anno per chi un tetto sulla testa non ce l'ha. Aldo R. è un homeless, uno dei tanti, che vive alla stazione ferroviaria di Porta Garibaldi: «il mio letto è vicino alle rotaie. Il Natale lo passo qui, tra la gente. L'anno scorso ho brindato al nuovo anno con il personale della stazione!». E come lui anche Peppino M.: «La mia casa è la stazione. Il Natale lo festeggerò qui per il secondo anno».
NATALE AL LAVORO - Gli addetti ai trasporti sono una delle categorie di pubblico servizio che anche nelle feste comandate devono stare, a rotazione, in attività. Lo sa bene Silvia F., capotreno di Trenitalia, a cui oggi tocca stare a bordo a controllare i biglietti ai pochi passeggeri che frequentano le linee regionali: «Quest'anno tocca a me. In genere è un giorno tranquillo. Sarà il mio Natale... di lavoro. Ma ho brindato comunque in stazione con i colleghi e con chi vive qui». Anche Valentino M. vive il suo Natale sui binari, di cui è addetto alle pulizie: «E' un sacrificio, ma il gioco vale la candela, oggi guadagno di più». I quotidiani non escono a Natale e a Santo Stefano, ma in alcune stazioni del metrò le edicole sono comunque aperte. Come quella gestita da Ye Fey, commerciante cinese: «Noi lavoriamo sempre, 365 giorni all'anno, Natale compreso. Le Feste le passo qui, in edicola, però con mia moglie: brindiamo insieme tra riviste e giornali». Ed è una giornata di lavoro anche per i tranvieri, quelli che a Milano vengono chiamati "manetta" (dal nome della leva che maneggiano per condurre i tram), come G. Billa, che porta il suo "numero 2" a piazzale Negrella.
RISTORANTI E FAST FOOD - I ristoranti lavorano alla grande, dovendo garantire l'apertura per quanti non vogliono stare a cucinare a casa e preferiscono concedersi un pranzo fuori. E chi non si può permettere un conto da 30 euro in su, il 25 dicembre si accontenta di un menù da meno di dieci euro in un fast food. Il lavoro non manca al McDonald's di piazza Duca d'Aosta, alla stazione centrale: «Noi restiamo aperti da sempre - spiega la responsabile, Laura M. Oggi abbiamo iniziato alle 10.30. Molte famiglie vengono qui a Natale». Extracomunitarie, soprattutto. O senza troppi mezzi economici: hamburger, patatine e crocchette non saranno proprio come i cappelletti, le lasagne, gli arrosti o il branzino che affollano i piatti di molte tavole imbandite, ma basta accontentarsi. Anche per loro c'è chi trascorre il Natale dietro la griglia a rosolare carne e friggere chips. «Il personale - dice ancora Laura M. - a turni ruota anche nei giorni festivi».
ALTRI MESTIERI - Sono sempre più le persone che lavorano anche il 25 dicembre, pur non essendo impegnati nell'ambito dei servizi pubblici. Lorenzo A., ad esempio, vive disegnando tatuaggi e applicando piercing. «E' il primo anno che resto aperto. Vale la pena provare». Antonio Perchia è invece il custode di un palazzo privato di Piazza Repubblica 27. «Lavoro anche a Natale fino alle 14. Poi per fortuna corro a casa a festeggiare insieme alla mia famiglia». Il responsabile di un Internet point di via Piazza Duca D'Aosta, zona stazione Centrale, spiega: «Noi lavoriamo sempre, qui c'è sempre gente di passaggio che tra un treno e l'altro si ferma all'internet point. Natale ci rende come un altro giorno dell'anno». Lorenzo R. è invece operatore ecologico e ha scelto volontariamente di lavorare anche oggi: «Sono di turno a Natale e prendo la paga doppia. Ho appena aperto un mutuo e ho bisogno di guadagnare di più». Si devono invece attenere ai turni i farmacisti. Alcune farmacie, come quella della stazione, restano aperte per garantire l'assistenza cittadina 24 ore su 24. Invece Flavio F. responsabile e volontario della Croce Ambrosiana del Soccorso Regionale Sanitario è in servizio dalle 8 alle 24. «Riceviamo molte chiamate rispetto ai giorni normali. C'è molto lavoro e noi siamo fieri di essere utili alla cittadinanza». Mentre Simona M. e Alessandra C., le due ragazze volontarie che lavorano insieme a Flavio M. il giorno di Natale ci raccontano: «per noi è una scelta di vita, ci crediamo». Il freddo si fa sempre più incessante ma all'ingresso della azienda ospedaliera Niguarda, incontriamo Abram K. un eritreo che dal 2003 vive in Italia e lavora come operatore ecologico presso la struttura ospedaliera. «Io lavoro per l'ospedale Niguarda dal 2003 e sono regolarmente assunto. I pazienti hanno bisogno anche di noi e sono felice di rendermi utile anche a Natale».
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