Angelus, il monito di Benedetto XVI.
CITTA’ DEL VATICANO - "Mentre prosegue il cammino dell'Avvento, mentre ci prepariamo a celebrare il Natale di Cristo, risuona nelle nostre comunità - ha scandito il Papa prima della domenicale preghiera dell’Angelus dalla finestra del suo studio privato in San Pietro - il richiamo di Giovanni Battista alla conversione: è un invito pressante ad aprire il cuore e ad accogliere il Figlio di Dio che viene in mezzo a noi per rendere manifesto il Giudizio divino. Ed è nel presente che si gioca il nostro destino futuro; è con il concreto comportamento che teniamo in questa vita che decidiamo della nostra sorte eterna. Infatti, al tramonto dei nostri giorni sulla terra, al momento della morte, saremo valutati in base alla nostra somiglianza o meno con il Bambino che sta per nascere nella povera grotta di Betlemme, poichè è Lui il criterio di misura che Dio ha dato all'umanità". Ritornando così sul tema dell'ultimo giorno che è al centro dell'enciclica "Spe salvi", Benedetto XVI ha spiegato ancora una volta che "il Padre celeste, che nella nascita del suo Unigenito Figlio ci ha manifestato il suo amore misericordioso, ci chiama a seguirne le orme facendo, come Lui, delle nostre esistenze un dono di amore".
"E i frutti dell'amore sono quei 'degni frutti di conversione' a cui fa riferimento san Giovanni Battista, mentre con parole sferzanti si rivolge ai farisei e ai sadducei accorsi, tra la folla, al suo battesimo''. ''Con parole esigenti - ha rilevato ancora il Papa - Giovanni Battista annunciava il giudizio imminente. La sua missione è stata quella di preparare e spianare la via davanti al Messia, chiamando il popolo d'Israele a pentirsi dei propri peccati e a correggere ogni iniquità. Metteva in guardia soprattutto dall’ipocrisia di chi si sentiva al sicuro per il solo fatto di appartenere al popolo eletto: davanti a Dio, diceva, nessuno ha titoli da vantare, ma deve portare frutti degni di conversione". E anche oggi, ha concluso, "mediante il Vangelo, Giovanni Battista continua a parlare attraverso i secoli, ad ogni generazione". Nella società di oggi "anche il modo di vivere e percepire il Natale risente purtroppo, assai spesso, di una mentalità materialistica". Per questo, ha affermato il Papa, "le chiare e dure parole" di Giovanni Battista che invitano a pentirsi dei propri peccati "risultano quanto mai salutari". "Convertitevi, perchè il Regno dei Cieli è vicino!", ha ripetuto Benedetto XVI ai 40mila fedeli presenti in piazza San Pietro, unendo la sua alla "voce del grande profeta" che "ci chiede di preparare la via al Signore che viene, nei deserti di oggi, deserti esteriori ed interiori, assetati dell'acqua viva che è Cristo". "Ci guidi - ha invocato il Pontefice - la Vergine Maria ad una vera conversione del cuore, perchè possiamo compiere le scelte necessarie per sintonizzare le nostre mentalità con il Vangelo".
CITTA’ DEL VATICANO - "Mentre prosegue il cammino dell'Avvento, mentre ci prepariamo a celebrare il Natale di Cristo, risuona nelle nostre comunità - ha scandito il Papa prima della domenicale preghiera dell’Angelus dalla finestra del suo studio privato in San Pietro - il richiamo di Giovanni Battista alla conversione: è un invito pressante ad aprire il cuore e ad accogliere il Figlio di Dio che viene in mezzo a noi per rendere manifesto il Giudizio divino. Ed è nel presente che si gioca il nostro destino futuro; è con il concreto comportamento che teniamo in questa vita che decidiamo della nostra sorte eterna. Infatti, al tramonto dei nostri giorni sulla terra, al momento della morte, saremo valutati in base alla nostra somiglianza o meno con il Bambino che sta per nascere nella povera grotta di Betlemme, poichè è Lui il criterio di misura che Dio ha dato all'umanità". Ritornando così sul tema dell'ultimo giorno che è al centro dell'enciclica "Spe salvi", Benedetto XVI ha spiegato ancora una volta che "il Padre celeste, che nella nascita del suo Unigenito Figlio ci ha manifestato il suo amore misericordioso, ci chiama a seguirne le orme facendo, come Lui, delle nostre esistenze un dono di amore".
"E i frutti dell'amore sono quei 'degni frutti di conversione' a cui fa riferimento san Giovanni Battista, mentre con parole sferzanti si rivolge ai farisei e ai sadducei accorsi, tra la folla, al suo battesimo''. ''Con parole esigenti - ha rilevato ancora il Papa - Giovanni Battista annunciava il giudizio imminente. La sua missione è stata quella di preparare e spianare la via davanti al Messia, chiamando il popolo d'Israele a pentirsi dei propri peccati e a correggere ogni iniquità. Metteva in guardia soprattutto dall’ipocrisia di chi si sentiva al sicuro per il solo fatto di appartenere al popolo eletto: davanti a Dio, diceva, nessuno ha titoli da vantare, ma deve portare frutti degni di conversione". E anche oggi, ha concluso, "mediante il Vangelo, Giovanni Battista continua a parlare attraverso i secoli, ad ogni generazione". Nella società di oggi "anche il modo di vivere e percepire il Natale risente purtroppo, assai spesso, di una mentalità materialistica". Per questo, ha affermato il Papa, "le chiare e dure parole" di Giovanni Battista che invitano a pentirsi dei propri peccati "risultano quanto mai salutari". "Convertitevi, perchè il Regno dei Cieli è vicino!", ha ripetuto Benedetto XVI ai 40mila fedeli presenti in piazza San Pietro, unendo la sua alla "voce del grande profeta" che "ci chiede di preparare la via al Signore che viene, nei deserti di oggi, deserti esteriori ed interiori, assetati dell'acqua viva che è Cristo". "Ci guidi - ha invocato il Pontefice - la Vergine Maria ad una vera conversione del cuore, perchè possiamo compiere le scelte necessarie per sintonizzare le nostre mentalità con il Vangelo".
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