venerdì, dicembre 21, 2007
Ancora un'iniziativa della città di Pisa in favore del popolo birmano: sabato 22 dicembre una delegazione del legittimo governo birmano in esilio sarà ricevuta dal sindaco Fontanelli.

Il governo birmano che ha vinto le elezione democratiche del 1990, e oggi in esilio, arriva a Pisa il 22 dicembre per ringraziare a nome del movimento democratico birmano i cittadini pisani per la solidarietà espressa al loro popolo in più occasioni, in particolare per aver conferito la cittadinanza onoraria a Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace e leader dell'opposizione democratica. "Ne siamo molto felici - dichiara il sindaco di Pisa Paolo Fontanelli - La nostra intenzione è di andare a consegnare personalmente la cittadinanza onoraria ad Aung San Suu Kyi, rinchiusa agli arresti domiciliari da oltre 18 anni".

Lunedì scorso invece c'è stata, presso il cinema Arsenale a Pisa, la manifestazione di solidarietà "Quanto è lontana la Birmania". All'inizio c'è stata la proiezione del film "L'Arpa Birmana", vincitore della Mostra di Venezia nel '56, che racconta la storia di un soldato giapponese che, rimasto sconvolto dagli orrori della guerra in Birmania, decide di rimanervi, diventa monaco buddista e dedica la propria vita alle onoranze funebri dei commilitoni caduti e delle vittime della guerra.

Dopo il film, ha preso la parola Raffaello Longo, monaco buddista: "La non violenza è l'unica arma per sconfiggere regimi dittatoriali, con la violenza non si è mai ottenuto nulla". Hanno preso parte alla discussione anche Angelo Mangino, segretario della Fim Cisl di Pisa, che ha sottolineato come "molti cittadini birmani lavorano senza alcuna tutela, talvolta in regime di vera e propria schiavitù e quindi lottare per il rispetto dei diritti dei lavoratori birmani significa lottare anche per maggiori tutele nelle nostre democrazie occidentali", mentre le conclusioni sono state affidate ad Anna Violante di Amnesty Internationl Italia: "Il nostro paese ha un ruolo importante in questa battaglia per la libertà. Basti pensare alle molte sanzioni che attualmente colpiscono lo Stato Birmano, ma occorre fare ancora di più, anche perché poi per ogni transazione commerciale la giunta militare si accaparra ben il 70%".

Nel corso della serata è stato inoltre possibile firmare gli appelli per la liberazione delle persone arrestate durante le manifestazioni di settembre, contro il lavoro forzato e per la liberazione della signora San Suu Kyi.

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