Reportage di Nicola Messina 28/12/2007
Questa mattina levata alle ore 5:30 alla volta della cittadina fluviale di Kampot. Il viaggio è breve, circa 4 ore e mezzo, e la strada è asfaltata e quindi in buone condizioni. Mi sistemo nella mia solita spartana guest house. Kampot è una cittadina dove si respira davvero l'aria del colonialismo francese. Col tempo sicuramente diventerà una meta apprezzata dai viaggiatori. Già si vedono in giro diversi stranieri, ma non ancora molti.
Ci sono molti edifici dell'epoca coloniale, fatiscenti e ricoperti da muschi, ma l'atmosfera che si respira qui è molto rilassata. Fino a meta degli anni '90 Kampot e la sua provincia erano considerate aree pericolose da attraversare poichè sulle montagne circostanti, in particolare sui Monti dell'Elefante, la presenza dei Khmer rossi era davvero notevole. In queste aree, diversi viaggiatori stranieri morirono in quegli anni mentre attraversavano la zona su un treno diretto a Sihaonuk Ville... questo mi ha detto la gente del luogo!
Qui le persone sono dedite per lo più all'agricoltura e in particolare la regione è conosciuta per la produzione di pepe, davvero ottimo. Inoltre si produce il Durio, un frutto dall'odore nauseabondo. Ho visitato qui attorno le cascate di Tek Chhouu, ma a dire il vero ho constatato che non si tratta di vere cascate ma di una sequenza di minirapide. E' piacevole farci il bagno ma non sono niente di entusiasmante...
Domattina visiterò il Parco Nazionale di Bokor. Vorrei informare i potenziali viaggiatori che vogliono visitare le Cascate di Popokvil, che al momento queste non sono accessibili per la rottura di alcuni ponti atti a raggiungerle. Inoltre adesso è la stagione secca e mancherebbe l'acqua al suo interno. Il resto dell'area è invece visitabile con un pick up.
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