da s.o.s. villagi dei bambini
Due settimane dopo il bombardamento in cui ha perso la vita la collaboratrice SOS Dahabo Osman, e che aveva causato l’evacuazione del Villaggio SOS e la riduzione dell’attività dell’Ospedale SOS, nuovi attacchi uccidono altre tre persone.
Domenica 16 dicembre, intorno alle 13 (ora locale), potenti colpi di mortaio si sono abbattuti nei dintorni del Villaggio SOS di Mogadiscio.
Il bombardamento è continuato per circa due ore, dopodiché un contingente di soldati somali ed etiopi ha fatto irruzione nella struttura, occupandola. I militari sono entrati di casa in casa alla ricerca di ribelli e di armi, quindi hanno occupato anche l’Ospedale SOS per passarvi la notte. Case e altri edifici del Villaggio SOS non hanno subito danni.
Durante i bombardamenti un infermiere dell’ospedale, Mohammed Ahmed Abdi ha cercato di lasciare la struttura con sua moglie e i suoi cinque figli. Nella fuga, la famiglia è stata raggiunta da un colpo di mortaio, che ha ucciso la moglie e due figli. Uno aveva 18 anni e studiava da infermiere alla scuola dell’Ospedale SOS, l’altro ne aveva 10 e frequentava la Scuola Elementare SOS. Mohammed Ahmed Abdi lavora per SOS Villaggi dei Bambini dal 1991, ed era rimasto nell’ospedale per assicurare un servizio di base dopo l’analogo bombardamento di due settimane prima, in seguito al quale il Villaggio SOS e parte dello stesso ospedale sono stati evacuati.
Anche allora i colpi hanno ucciso una persona, Dahabo Osman, che lavorava al villaggio come «zia» (figura di supporto alle mamme SOS nella cura dei bambini), e hanno ferito altre quattro persone.
Al momento, i bambini e le mamme SOS sono ospitati all’interno di strutture situate in zone di Mogadiscio non interessate dagli scontri.
Ahmed Ibrahim, direttore di SOS Villaggi dei Bambini Somalia, è in costante contatto con il Villaggio SOS di Mogadiscio per monitorare la situazione.
Due settimane dopo il bombardamento in cui ha perso la vita la collaboratrice SOS Dahabo Osman, e che aveva causato l’evacuazione del Villaggio SOS e la riduzione dell’attività dell’Ospedale SOS, nuovi attacchi uccidono altre tre persone.
Domenica 16 dicembre, intorno alle 13 (ora locale), potenti colpi di mortaio si sono abbattuti nei dintorni del Villaggio SOS di Mogadiscio.
Il bombardamento è continuato per circa due ore, dopodiché un contingente di soldati somali ed etiopi ha fatto irruzione nella struttura, occupandola. I militari sono entrati di casa in casa alla ricerca di ribelli e di armi, quindi hanno occupato anche l’Ospedale SOS per passarvi la notte. Case e altri edifici del Villaggio SOS non hanno subito danni.
Durante i bombardamenti un infermiere dell’ospedale, Mohammed Ahmed Abdi ha cercato di lasciare la struttura con sua moglie e i suoi cinque figli. Nella fuga, la famiglia è stata raggiunta da un colpo di mortaio, che ha ucciso la moglie e due figli. Uno aveva 18 anni e studiava da infermiere alla scuola dell’Ospedale SOS, l’altro ne aveva 10 e frequentava la Scuola Elementare SOS. Mohammed Ahmed Abdi lavora per SOS Villaggi dei Bambini dal 1991, ed era rimasto nell’ospedale per assicurare un servizio di base dopo l’analogo bombardamento di due settimane prima, in seguito al quale il Villaggio SOS e parte dello stesso ospedale sono stati evacuati.
Anche allora i colpi hanno ucciso una persona, Dahabo Osman, che lavorava al villaggio come «zia» (figura di supporto alle mamme SOS nella cura dei bambini), e hanno ferito altre quattro persone.
Al momento, i bambini e le mamme SOS sono ospitati all’interno di strutture situate in zone di Mogadiscio non interessate dagli scontri.
Ahmed Ibrahim, direttore di SOS Villaggi dei Bambini Somalia, è in costante contatto con il Villaggio SOS di Mogadiscio per monitorare la situazione.
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