Tragedia nel reparto di medicina, a Prato. Il marito ha fatto irruzione, armato di pistola, e ha freddato la donna: «Non potevo più vederla soffrire»
dal Corriere della Sera
PRATO - Prima le ha accarezzato la testa e le ha parlato piano. Poi le ha coperto il volto e ha sparato tre colpi. Un uomo di 77 anni, ex vigile urbano, è entrato in ospedale, a Prato, armato di pistola, ed ha ucciso la moglie 82enne, malata di alzheimer. «Ho sparato perché non ce la facevo più a vederla soffrire» ha detto l'anziano, subito arrestato dalla polizia. Entrambi abitavano a Prato e la donna era stata ricoverata nel reparto di medicina. L'episodio è avvenuto nel pomeriggio. La vittima, 82 anni, era ricoverata in ospedale da alcuni giorni ed era gravemente malata.
HA SPARATO DAVANTI AGLI ALTRI PAZIENTI - La donna uccisa era ricoverata in corsia, con altre 5 pazienti. Passava il tempo tra una veglia incosciente e il sonno, chiusa ormai totalmente nel suo mondo: non parlava e non riconosceva più nessuno. Il marito verso mezzogiorno, in un colloquio con i medici, ha la conferma che non ci sono più speranze. Torna a casa, aspetta l' ora delle visite. Sono le 17 quando si ripresenta nella stanza. Si avvicina al letto dove sua moglie dorme, le accarezza a lungo il viso, le parla piano come se lei potesse, volesse sentirlo. Poi mette un asciugamano sulla sua fronte, a coprirle gli occhi: tira fuori un piccolo revolver e le spara alla radice del naso. Immediata la reazione delle infermiere che cercano di disarmare l'uomo e di calmarlo. Quando lui sente l'ultimo rantolo della moglie si avvicina ancora al letto, le spara un altro colpo in mezzo agli occhi e uno al cuore.
LA TELEFONATA ALLA POLIZIA - Le altre pazienti sono spaventate e vengono portate fuori dalla stanza mentre lui si siede in un angolo, estrae il cellulare e chiama la polizia. Tempo pochi minuti, i poliziotti arrivano: lui spiega che non ce la faceva più a vederla soffrire e consegna la pistola. Viene portato in questura con l' accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. I due figli della coppia arrivano in questura e attendono di poter vedere il padre che viene condotto in una stanza a parlare con uno psichiatra. Continua a ripetere che l'ha fatto per lei.
dal Corriere della Sera
PRATO - Prima le ha accarezzato la testa e le ha parlato piano. Poi le ha coperto il volto e ha sparato tre colpi. Un uomo di 77 anni, ex vigile urbano, è entrato in ospedale, a Prato, armato di pistola, ed ha ucciso la moglie 82enne, malata di alzheimer. «Ho sparato perché non ce la facevo più a vederla soffrire» ha detto l'anziano, subito arrestato dalla polizia. Entrambi abitavano a Prato e la donna era stata ricoverata nel reparto di medicina. L'episodio è avvenuto nel pomeriggio. La vittima, 82 anni, era ricoverata in ospedale da alcuni giorni ed era gravemente malata.
HA SPARATO DAVANTI AGLI ALTRI PAZIENTI - La donna uccisa era ricoverata in corsia, con altre 5 pazienti. Passava il tempo tra una veglia incosciente e il sonno, chiusa ormai totalmente nel suo mondo: non parlava e non riconosceva più nessuno. Il marito verso mezzogiorno, in un colloquio con i medici, ha la conferma che non ci sono più speranze. Torna a casa, aspetta l' ora delle visite. Sono le 17 quando si ripresenta nella stanza. Si avvicina al letto dove sua moglie dorme, le accarezza a lungo il viso, le parla piano come se lei potesse, volesse sentirlo. Poi mette un asciugamano sulla sua fronte, a coprirle gli occhi: tira fuori un piccolo revolver e le spara alla radice del naso. Immediata la reazione delle infermiere che cercano di disarmare l'uomo e di calmarlo. Quando lui sente l'ultimo rantolo della moglie si avvicina ancora al letto, le spara un altro colpo in mezzo agli occhi e uno al cuore.
LA TELEFONATA ALLA POLIZIA - Le altre pazienti sono spaventate e vengono portate fuori dalla stanza mentre lui si siede in un angolo, estrae il cellulare e chiama la polizia. Tempo pochi minuti, i poliziotti arrivano: lui spiega che non ce la faceva più a vederla soffrire e consegna la pistola. Viene portato in questura con l' accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. I due figli della coppia arrivano in questura e attendono di poter vedere il padre che viene condotto in una stanza a parlare con uno psichiatra. Continua a ripetere che l'ha fatto per lei.
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