Così il Papa, che stasera chiude la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani a San Paolo fuori le Mura.
da Radio Vaticana
Gratitudine per i 100 anni di ecumenismo spirituale che hanno radicalmente cambiato il volto - migliorandolo - del dialogo fra le varie confessioni cristiane. L’ha espressa questa mattina Benedetto XVI nel discorso al Gruppo misto di lavoro formato da membri del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani e del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Il Papa ha parlato del contributo all’ecumenismo offerto in particolare dalla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che lo stesso Benedetto XVI concluderà presiedendo oggi pomeriggio, alle 17.30, i Vespri solenni nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Il Papa lo aveva detto due giorni fa all’udienza generale e lo ha ripetuto ancora davanti agli esperti del dialogo interconfessionale: è quando i “cristiani pregano insieme” che “il traguardo dell’unità appare più vicino”, grazie ad una presenza di Gesù resa più evidente da alcuni segnali concreti: “Una profonda armonia della mente e del cuore: siamo in grado di guardare alle vicende in un modo nuovo e di rafforzare la nostra determinazione a superare ciò che ci tiene separati”.
Da questa certezza, scaturisce la gratitudine che Benedetto XVI ha espresso nei riguardi di quelle “molte persone” - ha detto - che in questi 100 anni “hanno cercato di diffondere la pratica dell’ecumenismo spirituale attraverso la preghiera comune, la conversione del cuore e la crescita nella comunione”. Gratitudine per il “movimento ecumenico”, alimentato anche dalla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ma anche aperto apprezzamento per la collaborazione che da oltre 40 anni lega la Chiesa cattolica e il Consiglio Mondiale delle Chiese e che “ha offerto - ha riconosciuto il Pontefice - una vivida espressione della comunione già esistente tra i cristiani”. Il Gruppo misto, ha affermato Benedetto XVI: “Ha lavorato assiduamente per rafforzare il 'dialogo della vita', che il mio predecessore, Papa Giovanni Paolo II, aveva chiamato il 'dialogo della carità' (...) Anche noi rendiamo grazie per il dialogo ecumenico, che ha prodotto frutti abbondanti nel secolo scorso. La ricezione di tali frutti è di per sé un importante passo avanti nel processo di promozione dell'unità dei cristiani, e il Gruppo misto di lavoro è particolarmente adatto a studiare e a incoraggiare questo processo”.
da Radio Vaticana
Gratitudine per i 100 anni di ecumenismo spirituale che hanno radicalmente cambiato il volto - migliorandolo - del dialogo fra le varie confessioni cristiane. L’ha espressa questa mattina Benedetto XVI nel discorso al Gruppo misto di lavoro formato da membri del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani e del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Il Papa ha parlato del contributo all’ecumenismo offerto in particolare dalla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che lo stesso Benedetto XVI concluderà presiedendo oggi pomeriggio, alle 17.30, i Vespri solenni nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Il Papa lo aveva detto due giorni fa all’udienza generale e lo ha ripetuto ancora davanti agli esperti del dialogo interconfessionale: è quando i “cristiani pregano insieme” che “il traguardo dell’unità appare più vicino”, grazie ad una presenza di Gesù resa più evidente da alcuni segnali concreti: “Una profonda armonia della mente e del cuore: siamo in grado di guardare alle vicende in un modo nuovo e di rafforzare la nostra determinazione a superare ciò che ci tiene separati”.
Da questa certezza, scaturisce la gratitudine che Benedetto XVI ha espresso nei riguardi di quelle “molte persone” - ha detto - che in questi 100 anni “hanno cercato di diffondere la pratica dell’ecumenismo spirituale attraverso la preghiera comune, la conversione del cuore e la crescita nella comunione”. Gratitudine per il “movimento ecumenico”, alimentato anche dalla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ma anche aperto apprezzamento per la collaborazione che da oltre 40 anni lega la Chiesa cattolica e il Consiglio Mondiale delle Chiese e che “ha offerto - ha riconosciuto il Pontefice - una vivida espressione della comunione già esistente tra i cristiani”. Il Gruppo misto, ha affermato Benedetto XVI: “Ha lavorato assiduamente per rafforzare il 'dialogo della vita', che il mio predecessore, Papa Giovanni Paolo II, aveva chiamato il 'dialogo della carità' (...) Anche noi rendiamo grazie per il dialogo ecumenico, che ha prodotto frutti abbondanti nel secolo scorso. La ricezione di tali frutti è di per sé un importante passo avanti nel processo di promozione dell'unità dei cristiani, e il Gruppo misto di lavoro è particolarmente adatto a studiare e a incoraggiare questo processo”.
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