di Luciano Ardesi
Nigrizia.it
Diminuisce il tasso di mortalità infantile, ma il quadro è ancora drammatico: ogni giorno nel mondo muoiono 26 mila bambini, in Africa quasi la metà dei decessi. Tra le principali concause la malnutrizione.
Per la prima volta nel mondo il numero dei bambini morti sotto i cinque anni è stato inferiore ai 10 milioni. Questo obiettivo raggiunto nel 2006, rappresenta una diminuzione della mortalità infantile del 60% rispetto al 1960. Il dato nasconde tuttavia una realtà drammatica: ogni giorno muoiono 26.000 bambini al di sotto dei cinque anni, la quasi totalità in 60 paesi in via di sviluppo, e quasi la metà nell’Africa subsahariana, benché solo un quarto dei nuovi nati al mondo sia di quest’area.
Il Rapporto Unicef 2008 – presentato oggi in contemporanea in tutto il mondo – per questi motivi ha focalizzato il suo interesse sulle possibilità non solo di nasce ma di crescere sani. Il dato forse più importante che emerge dal Rapporto è che laddove esiste una volontà politica a livello nazionale, e non solo progetti isolati, i risultati raggiunti sono maggiori. Questo spiega perché paesi dal regime moto diverso hanno i tassi di mortalità infantile più bassi: Cuba, Sri Lanka, e Siria.
L’Africa si trova in una situazione contraddittoria. La mortalità più alta nel mondo si registra proprio nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. Tra i paesi dove si muore di più, due sono africani: Sierra Leone e Angola, l’altro è l’Afghanistan. Non a caso si tratta di paesi colpiti da conflitti. Solo tre paesi su 46 dell’Africa subsahariana sono oggi in grado di raggiungere l’Obiettivo per il Millennio di ridurre di 2/3 la mortalità rispetto al 1990 all’orizzonte 2015. Sono Eritrea, Capo Verde e Seicelle.
Tra le cause di questa strage degli innocenti, oltre alle guerre, vi è anche la mortalità materna. Ancora una volta tre paesi africani in testa insieme all’Afghanistan: Niger (1 su 7), Sierra Leone (1/8), Ciad (1/11).
Sempre in Africa, la causa diretta più importante della mortalità infantile a sud del Sahara è la polmonite e le affezioni alle vie respiratorie. Ciò sembra incomprensibile per paesi in gran parte tropicali, il fatto è che questi non hanno una struttura sanitaria capillare e diffusa per una diagnosi precoce ed il trattamento di queste patologie; la polmonite figura dunque come il killer dimenticato in questa parte del mondo.
Contrariamente ad una certa immagine, l’Aids non è tra le cause principali della mortalità infantile, ma l’eccezione viene ancora una volta dall’Africa subsahariana dove si concentra il 90% di tutte le infezioni pediatriche da HIV del mondo.
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