Roma offre due compagnie per un 'Battle Group'. Simboli nazisti sui nostri blindati
da PeaceReporter
Per soddisfare le pressanti richieste della Nato, il Comando operativo interforze (Coi) dello Stato maggiore della Difesa ha deciso che l’Italia invierà in Afghanistan nuove truppe da combattimento per rafforzare il dispositivo di difesa nelle sguarnite province occidentali, dove ad oggi sono schierati con funzioni ‘combat’ solo 450 soldati Nato: circa 250 fanti della Forza di reazione rapida (una compagnia e mezzo italiana e una compagnia spagnola) e circa 200 uomini delle forze speciali italiane (la Task Force 45 impegnata nell’operazione Sarissa).
L’offerta – che verrà presentata al meeting informale dei ministri della Difesa dell’Alleanza che si terrà a Vilnius, in Lituania, il 7 e 8 febbraio, ma che sarà annunciata solo al vertice Nato di Bucarest, in Romania, il 2-4 aprile – prevede l’invio di almeno altre due compagnie di fanteria (2-300 uomini) che consentiranno la trasformazione della ‘Quick Reaction Force’ in un ‘Battle Group’ forte di circa cinquecento soldati impiegabili in combattimento. La Spagna pare non invierà alcun rinforzo. Dopo l’invio lo scorso dicembre di altri 250 alpini a Kabul, l’arrivo dei nuovi fanti – previsto per la primavera – porterebbe il contingente italiano in Afghanistan a quasi 3mila uomini, ben oltre il tetto massimo di 2.160 uomini autorizzato dal Parlamento. Limite sforato già oggi, con la presenza di circa 2.600 uomini.
Gaiani: “La notizia è certa”. La notizia del piano di invio di rinforzi in Afghanistan, trapelata nei giorni scorsi, è stata subito smentita dallo Stato maggiore della Difesa, con un comunicato che parla di “normali avvicendamenti di reparti” escludendo “variazioni quantitative della consistenza del contingente nazionale”. Quantitative no, ma qualitative sì.
“Non è da escludere – spiega a PeaceReporter l’esperto militare Gianandrea Gaiani – che l’invio delle truppe da combattimento venga compensato dal rientro di altri reparti, magari del genio militare che hanno portato a termine i loro lavori, senza quindi aumentare il totale del contingente, come si legge nel comunicato dello Stato maggiore”.
“L’invio in primavera di nuove compagnie di fanteria per la creazione di un Battle Group da impiegare in combattimento è notizia assolutamente certa – conferma Gaiani – ma la Difesa non vuole divulgarla fino a quando non verrà ufficializzata in sede Nato, a Bucarest”.
Nazisti brava gente. In questi giorni sta suscitando scalpore anche la pubblicazione di fotografie che mostrano un blindato italiano in Afghanistan, semidistrutto dallo scoppio di una mina. Sulle portiere del mezzo è dipinto l’inconfondibile stemma nazista degli Afrika Korps, la divisione tedesca comandata dal generale Rommel che combatté in Nordafrica durante la Seconda guerra mondiale. Rispetto allo stemma originale manca solo la svastica, ma non ci sono dubbi sul fatto che la palma sia quella.
Le foto, ripubblicate da L’Espresso, erano apparse su un forum del sito Internet di informazione militare, Pagine di Difesa, che pare le abbia pescate da un sito spagnolo.
Nonostante i cliché sugli “italiani brava gente”, non è la prima volta che le nostre truppe in missione all’estero sfoggiano stemmi e simbologie nazi-fasciste: il dovuto rispetto per le vittime dell’attentato di Nassiriya mise in ombra la notizia che nelle camerate della base Libeccio c’erano bandiere della Repubblica fascista di Salò.
da PeaceReporter
Per soddisfare le pressanti richieste della Nato, il Comando operativo interforze (Coi) dello Stato maggiore della Difesa ha deciso che l’Italia invierà in Afghanistan nuove truppe da combattimento per rafforzare il dispositivo di difesa nelle sguarnite province occidentali, dove ad oggi sono schierati con funzioni ‘combat’ solo 450 soldati Nato: circa 250 fanti della Forza di reazione rapida (una compagnia e mezzo italiana e una compagnia spagnola) e circa 200 uomini delle forze speciali italiane (la Task Force 45 impegnata nell’operazione Sarissa).
L’offerta – che verrà presentata al meeting informale dei ministri della Difesa dell’Alleanza che si terrà a Vilnius, in Lituania, il 7 e 8 febbraio, ma che sarà annunciata solo al vertice Nato di Bucarest, in Romania, il 2-4 aprile – prevede l’invio di almeno altre due compagnie di fanteria (2-300 uomini) che consentiranno la trasformazione della ‘Quick Reaction Force’ in un ‘Battle Group’ forte di circa cinquecento soldati impiegabili in combattimento. La Spagna pare non invierà alcun rinforzo. Dopo l’invio lo scorso dicembre di altri 250 alpini a Kabul, l’arrivo dei nuovi fanti – previsto per la primavera – porterebbe il contingente italiano in Afghanistan a quasi 3mila uomini, ben oltre il tetto massimo di 2.160 uomini autorizzato dal Parlamento. Limite sforato già oggi, con la presenza di circa 2.600 uomini.
Gaiani: “La notizia è certa”. La notizia del piano di invio di rinforzi in Afghanistan, trapelata nei giorni scorsi, è stata subito smentita dallo Stato maggiore della Difesa, con un comunicato che parla di “normali avvicendamenti di reparti” escludendo “variazioni quantitative della consistenza del contingente nazionale”. Quantitative no, ma qualitative sì.
“Non è da escludere – spiega a PeaceReporter l’esperto militare Gianandrea Gaiani – che l’invio delle truppe da combattimento venga compensato dal rientro di altri reparti, magari del genio militare che hanno portato a termine i loro lavori, senza quindi aumentare il totale del contingente, come si legge nel comunicato dello Stato maggiore”.
“L’invio in primavera di nuove compagnie di fanteria per la creazione di un Battle Group da impiegare in combattimento è notizia assolutamente certa – conferma Gaiani – ma la Difesa non vuole divulgarla fino a quando non verrà ufficializzata in sede Nato, a Bucarest”.
Nazisti brava gente. In questi giorni sta suscitando scalpore anche la pubblicazione di fotografie che mostrano un blindato italiano in Afghanistan, semidistrutto dallo scoppio di una mina. Sulle portiere del mezzo è dipinto l’inconfondibile stemma nazista degli Afrika Korps, la divisione tedesca comandata dal generale Rommel che combatté in Nordafrica durante la Seconda guerra mondiale. Rispetto allo stemma originale manca solo la svastica, ma non ci sono dubbi sul fatto che la palma sia quella.
Le foto, ripubblicate da L’Espresso, erano apparse su un forum del sito Internet di informazione militare, Pagine di Difesa, che pare le abbia pescate da un sito spagnolo.
Nonostante i cliché sugli “italiani brava gente”, non è la prima volta che le nostre truppe in missione all’estero sfoggiano stemmi e simbologie nazi-fasciste: il dovuto rispetto per le vittime dell’attentato di Nassiriya mise in ombra la notizia che nelle camerate della base Libeccio c’erano bandiere della Repubblica fascista di Salò.
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