da Radio Vaticana
E’ stata presentata oggi in Piazza Duomo a Novara la più grande immagine esistente al mondo della sacra Sindone: l’immagine, grande 21 metri (circa) per 6, è il risultato di una ripresa fotografica ad alta definizione realizzata durante il temporaneo spostamento della Sindone per il controllo della teca in cui è custodita, nel Duomo di Torino. Rimarrà esposta fino a Pasqua. La riproduzione della Sindone costituisce anche il logo di "Passio 2008", un progetto composto da circa 150 eventi di cultura, arte e spiritualità che tra febbraio e marzo animeranno il territorio della diocesi di Novara. Su questo evento ascoltiamo don Silvio Barbaglia, responsabile del progetto “Passio”, al microfono di Fabio Colagrande: (ascolta)
R. – Ci è sembrato interessante. E’ partito proprio da questa grande immagine per evocare tutti i valori relativi all’uomo del dolore, l’uomo della Passione che rimanda, evidentemente, alla figura evangelica di Gesù Cristo. Ecco. Questo è stato un po’ l’incipit. Quindi, articolare un po’ tutto il “Progetto Passio” intorno all’idea della riscoperta delle origini cristiane, oggi tra l’altro fortemente poste – anche queste – sotto critica. Quindi, questo è un po’ il fulcro dell’operazione culturale che non vuole essere di una bassa apologetica, ma vorrebbe essere invece di un’offerta alta di un approfondimento culturale, utilizzando tutte le metodiche a disposizione.
D. – Don Barbaglia, oggi avete presentato questa gigantografia della Sindone di circa 130 metri quadri. Come è stata realizzata? E poi, che destinazione avrà questa eccezionale fotografia ingrandita?
R. – Quest’anno, mettendo la Sindone al centro, abbiamo voluto elaborare questa gigantografia: si tratta di circa 21 metri di lunghezza, 6 metri di altezza, svolta però su tre pannelli. Ha finalità didattica, se vogliamo anche catechistica perché concretamente, nel pennello centrale è presentata tutta la Sindone in dimensioni circa tre volte tanto, con commenti evangelici proprio sulle tracce dell’uomo della Sindone. Sono svolti in cinque lingue per motivi molto semplici: che questa tripartizione con le dimensioni che prima ho ricordato, verrà poi inviata a Sydney quando ci sarà l’incontro mondiale dei giovani con il Santo Padre Benedetto XVI.
D. – Come è stato possibile fotografare la Sindone, anche dal punto di vista tecnico. E poi, che tipo di diffusione avrà questa fotografia ...
R. – Di fatto, l’operazione è stata possibile grazie ad un controllo di routine del gas inerte presente nella teca supertecnologica che contiene la Sindone. Il comitato torinese che consegna la richiesta al Custode della Sindone, cardinale Poletto, ha valutato che potesse essere messa in combinazione l’una e l’altra cosa, cioè un controllo tecnico della teca e, già che era fuori la Sindone, potere fare queste due riprese ad altissima risoluzione, una di carattere fotografico, l’altra – invece – sotto il profilo proprio della ripresa filmica. La foto della Sindone è blindata per il semplice fatto che è di proprietà della Santa Sede, non possono essere messe a disposizione le immagini elettroniche ma semmai solo vederle in stampa. Quindi, probabilmente, verrà pubblicato un testo che documenterà tutto questo e nel medesimo tempo, l’esposizione a Novara è l’unica possibile per vedere il frutto di questa immagine, sia la gigantografia in Piazza Duomo sia l’immagine della pellicola 1 a 1, quindi 4 metri per 40 per 1,13–1,14, all’interno del Duomo, retroilluminata: ecco, queste due immagini sono di fatto la possibilità unica di vedere l’operato di HAL9000.
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