Oltre 60 morti nell'ultima settimana: è il quarto conflitto sul globo. Con oltre 7mila morti in 40 anni.
da Peacereporter
Il primo ministro Manmohan Singh li definisce “la nostra maggiore minaccia interna, il nostro 11 settembre; dovremo combatterli con una forza d'assalto ad hoc”; il premier indiano parla della guerriglia maoista, o Naxaliti, che da sette giorni si difende nello stato orientale dell'Orissa da un contrattacco della polizia federale. E' aperta battaglia nelle foreste 1.800 chilometri a sud di nuova Delhi. Ma oltre all'offensiva nell'Orissa, altri stati orientali come Bihar e Chhattirsgah, hanno conosciuto una settimana di guerra.
L'apice si è avuto lunedì passato nel Chhatirsgah, dove 13 guerriglieri e sei poliziotti federali sono morti nella foresta di Bijapur, circa 450 chilometri a sud ovest della capitale dello stato, Raipur. Tre guerriglieri che avevano teso un'imboscata nella foresta a un battaglione di poliziotti sono morti sul colpo, e altri dieci sono stati uccisi dai federali nell'inseguimento in mezzo alla foresta. Sei federali sono finiti all'obitorio.
Un conflitto in aumento. Scontri che hanno fatto della guerra naxalita, secondo i conteggi di PeaceReporter, il quarto conflitto più cruento, con 63 morti, nella settimana appena trascorsa. Subito dopo Iraq Afghanistan e Sri Lanka; 124 i morti dall'inizio dell'anno, contro i 657 del 2007. Il segno dell'intensificarsi di un conflitto freddo che dura da 40 anni. La lotta maoista contro lo Stato centrale ha finora fatto dal 1967, 7mila morti in India. L'Orissa, per esempio, è uno degli stati più poveri dell'India, ma con ricche risorse minerarie, per il quale i maoisti chiedono che la terra venga redistribuita ai contadini.
Maoisti all'attacco. Il capo della polizia dell'Orissa, Gopal Nander Chandra, ha detto che circa “20 ribelli sono stati uccisi dal loro primo attacco una settimana fa”. Venerdì un gruppo di circa 400 maoisti aveva attaccato in contemporanea quattro caserme di poliziotti e soldati, una accademia di cadetti e un arsenale militare, nel distretto di Nayargah sono stati uccisi 13 militari, un poliziotto municipale e un civile negli scontri. Il ministro degli Interni dell'Orissa Mishra ha dichiarato: “E' in corso una operazione per liberarci dei ribelli maoisti. Speriamo di portarla prima possibile a compimento, ma non abbiamo intenzione di fermarci finchè non l'avremo finita una volta e per tutte con loro”.
Scioperi e rivolte, India a soqquadro. Ma le proteste dei movimenti maoisti sono anche sfociate in agitazioni sindacali e degli attivisti politici, che negli ultimi tre giorni si sono estesi agli Stati confinanti: i partiti maoisti del Bihar, del Chhattirsgah e del Jharkhand, hanno dichiarato 24 ore di sciopero generale un Bandh, che ha bloccato del tutto le comunicazioni ferroviarie in quattro dei distretti più importanti di questi stati: Danapur eDhanbhand tra tutti. Bloccate le comunicazioni tra est e ovest del paese. E dove non hanno fermato spontaneamente le loro attività, i lavoratori sono stati costretti con la forza a interrompersi: è successo nel Bengala occidentale, lo stato di Calcutta dove sono al potere i Comunisti indiani. Lì i naxaliti hanno fermato tre tir che volevano viaggiare con i loro carico di prodotti alimentari, e li hanno dati alle fiamme: niente legumi e riso (questo il carico) per la gente di Calcutta. Intanto al guerra si estende anche verso il centro del subcontinente, con uno scontro riportato nel Maharashtra, che ha causato il ferimento quasi a morte di quattro maoisti in un covo nella foresta, dove sono stati sequestrati 410 fucili a moschetto.
da Peacereporter
Il primo ministro Manmohan Singh li definisce “la nostra maggiore minaccia interna, il nostro 11 settembre; dovremo combatterli con una forza d'assalto ad hoc”; il premier indiano parla della guerriglia maoista, o Naxaliti, che da sette giorni si difende nello stato orientale dell'Orissa da un contrattacco della polizia federale. E' aperta battaglia nelle foreste 1.800 chilometri a sud di nuova Delhi. Ma oltre all'offensiva nell'Orissa, altri stati orientali come Bihar e Chhattirsgah, hanno conosciuto una settimana di guerra.
L'apice si è avuto lunedì passato nel Chhatirsgah, dove 13 guerriglieri e sei poliziotti federali sono morti nella foresta di Bijapur, circa 450 chilometri a sud ovest della capitale dello stato, Raipur. Tre guerriglieri che avevano teso un'imboscata nella foresta a un battaglione di poliziotti sono morti sul colpo, e altri dieci sono stati uccisi dai federali nell'inseguimento in mezzo alla foresta. Sei federali sono finiti all'obitorio.
Un conflitto in aumento. Scontri che hanno fatto della guerra naxalita, secondo i conteggi di PeaceReporter, il quarto conflitto più cruento, con 63 morti, nella settimana appena trascorsa. Subito dopo Iraq Afghanistan e Sri Lanka; 124 i morti dall'inizio dell'anno, contro i 657 del 2007. Il segno dell'intensificarsi di un conflitto freddo che dura da 40 anni. La lotta maoista contro lo Stato centrale ha finora fatto dal 1967, 7mila morti in India. L'Orissa, per esempio, è uno degli stati più poveri dell'India, ma con ricche risorse minerarie, per il quale i maoisti chiedono che la terra venga redistribuita ai contadini.
Maoisti all'attacco. Il capo della polizia dell'Orissa, Gopal Nander Chandra, ha detto che circa “20 ribelli sono stati uccisi dal loro primo attacco una settimana fa”. Venerdì un gruppo di circa 400 maoisti aveva attaccato in contemporanea quattro caserme di poliziotti e soldati, una accademia di cadetti e un arsenale militare, nel distretto di Nayargah sono stati uccisi 13 militari, un poliziotto municipale e un civile negli scontri. Il ministro degli Interni dell'Orissa Mishra ha dichiarato: “E' in corso una operazione per liberarci dei ribelli maoisti. Speriamo di portarla prima possibile a compimento, ma non abbiamo intenzione di fermarci finchè non l'avremo finita una volta e per tutte con loro”.
Scioperi e rivolte, India a soqquadro. Ma le proteste dei movimenti maoisti sono anche sfociate in agitazioni sindacali e degli attivisti politici, che negli ultimi tre giorni si sono estesi agli Stati confinanti: i partiti maoisti del Bihar, del Chhattirsgah e del Jharkhand, hanno dichiarato 24 ore di sciopero generale un Bandh, che ha bloccato del tutto le comunicazioni ferroviarie in quattro dei distretti più importanti di questi stati: Danapur eDhanbhand tra tutti. Bloccate le comunicazioni tra est e ovest del paese. E dove non hanno fermato spontaneamente le loro attività, i lavoratori sono stati costretti con la forza a interrompersi: è successo nel Bengala occidentale, lo stato di Calcutta dove sono al potere i Comunisti indiani. Lì i naxaliti hanno fermato tre tir che volevano viaggiare con i loro carico di prodotti alimentari, e li hanno dati alle fiamme: niente legumi e riso (questo il carico) per la gente di Calcutta. Intanto al guerra si estende anche verso il centro del subcontinente, con uno scontro riportato nel Maharashtra, che ha causato il ferimento quasi a morte di quattro maoisti in un covo nella foresta, dove sono stati sequestrati 410 fucili a moschetto.
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