giovedì, febbraio 14, 2008
L'IsIAO e l'Università di Pechino firmano un accordo di scambio ecollaborazione. Per studenti, ricercatori e professori maggiori possibilitàper fare esperienze in Estremo Oriente. Il memorandum è un ulteriore segnodei buoni rapporti che intercorrono tra l'ente presieduto dal Professor Gnoli e il mondo accademico Cinese Roma

Si riducono le distanze tra l'Italia e la Cina. Lo scorso 26 gennaio infatti, l'IsIAO, l'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente, e il SAMPU,la Scuola di Archeologia e Museologia dell'Università degli Studi di Pechino, hanno firmato un documento d'intesa al fine di promuovere la cooperazione e lo scambio nell'ottica della reciproca crescita e della conoscenza comune.D opo il progetto di traduzione in cinese e l'imminente pubblicazione di "Indo-tibetica", opera di Giuseppe Tucci in sette volumi, si rinnova e sirafforza il rapporto di collaborazione sull'asse italo-cinese, che riconoscenell'IsIAO un indiscusso volano di promozione culturale.

La firma dell'intesa tra le due istituzioni, si legge nel documento, nasce dall'esigenza e dalla volontà di "promuovere e facilitare la condivisione di conoscenze accademiche" ed avviare una più fitta e proficua cooperazione. "L'intesa - sottolinea il professor Francesco D'Arelli, direttore della biblioteca e dell'editoria di IsIAO - vuole dare stabilità ai buoni rapportitra l'IsIAO e l'Università di Pechino. Questo documento rappresenta inoltre una condizione di esclusività che la Cina riconosce al nostro istituto affinché si possa intervenire nella conservazione ed il restauro di alcuni siti religiosi tibetani visitati da Giuseppe Tucci tra gli anni '30 e gli anni '40 del novecento, di cui l'IsIAO conserva una vastissima testimonianza fotografica". L'accordo, che è stato firmato dal Professor Gherardo Gnoli, Presidente dell'IsIAO, e dal Professor Zhao Hui, Direttore del SAMPU, porterà alla comune pianificazione di programmi di studio, all'organizzazione di eventidi studio e seminari, alla possibilità di condividere il rispettivo patrimonio bibliografico e, cosa da non trascurare, all'utilizzo delle nuove tecnologie come supporto di lavoro per i progetti che i due enti porteranno avanti. Nel documento si stabilisce anche un comune impegno a facilitare gli scambi di informazioni e di professionalità. Ciò significa che, d'ora in avanti,gli studenti, i ricercatori (a partire dal livello post-dottorato), i professori ed i lettori di lingue straniere che vorranno fare esperienze accademiche in Cina avranno la strada spianata o, sicuramente, una carta in più da giocarsi. Il memorandum sottoscritto il 26 gennaio ha una validità di cinque anni e, qualora una delle due parti non ne richiede la risoluzione, si rinnova automaticamente per il successivo quinquennio. L'IsIAO è un ente pubblico che opera sotto la vigilanza del Ministero degli Affari Esteri per favorire la conoscenza delle civiltà dei Paesi dell'Africa e dell'Asia. L'ente, che è sorto nel 1995 dalla fusione dell'IsMEO ("Istituto italiano per il medio ed estremo Oriente") e del IIA (Istituto italo-africano), ha tre sedi: a Roma, a Milano e a Ravenna. La missione dell'istituto è quella di operare nel campo della promozione culturale al fine di avvicinare l'Italia ai Paesi dell'Africa e dell'Asia e alla loro cultura. L'IsIAO, nel corso degli anni, ha istituito centri di studio e di ricerca, organizzato mostre e conferenze, patrocinato convegni e seminari specialistici, edito riviste e pubblicazioni di spiccato valore accademico, finanziato importanti campagne archeologiche, istituito corsi di lingue e culture africane e orientali, sottoscritto convenzioni e gemellaggi con analoghi enti accademici sia italiani che stranieri, realizzando tutto ciòcon la collaborazione dei suoi soci e di un gran numero di esperti e docenti di formazione africanistica e orientalistica. Sin dall'anno di fondazione,l'IsIAO è presieduto dal professor Gherardo Gnoli.

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