A causa delle violenze scoppiate in Kenya dopo le elezioni, a molti bambini non è possibile assicurare l'istruzione.
da SOS Italia
Gli effetti del post elezioni in Kenya continuano a ripercuotersi in tutto il Paese. Malgrado gli scontri siano scemati appena dopo le elezioni lo scorso dicembre, la tensione rimane alta tra i contendenti, divisi dall’appartenenza politica ed etnica. I morti sono stati molti e migliaia di famiglie sono senza casa. La maggior precarietà riguarda i bambini che vanno a scuola, il cui fondamentale diritto all’educazione è stato violato con gli incendi e le distruzioni di case, chiese e scuole. La zona più interessata da questi tragici eventi è la Rift Valley, dov’è situato il Villaggio SOS di Eldoret. L’intensità della violenza non ha risparmiato nemmeno gli insegnanti.
Le scuole sono state riaperte, ma molti studenti non sono vi hanno fatto ritorno in quanto bloccati in casa: le strade sono intasate dalle barricate e i trasporti pubblici sono presi d’assalto da gang armate. Il timore per la sicurezza di alcuni degli studenti SOS – che studiano in diverse scuole in tutto il Paese (alcune delle quali sono state bruciate) – ha causato il loro trasferimento alla Scuola Media SOS di Eldoret. Molti altri studenti si trovano ancora nei campi profughi: non sembra ci siano possibilità di tornare presto alle loro scuole.
Secondo il direttore delle Scuole SOS di Eldoret, Elijah Omobe, la violenza del dopo elezioni sta facendo sentire il proprio peso sui programmi scolastici. «Le interruzioni sono frequenti – spiega –: ogni minimo segno di inquietudine getta i genitori nel panico e li fa correre a scuola a prendere i figli». Un membro del parlamento è stato recentemente colpito a morte a Eldoret e ciò ha causato ulteriori violente proteste.
Gli insegnanti spiegano che potranno essere costretti a proseguire i programmi scolastici anche durante le vacanze, per recuperare il tempo perduto. I professori temono per la propria sicurezza: uno di loro è stato minacciato, ad un altro hanno distrutto la casa. Alcuni degli insegnanti che vivono nelle comunità colpite stanno seriamente pensando di trasferirsi, mentre altri meditano di lasciare il lavoro. «Stiamo cercando di rassicurarli, chiedendo loro di star tranquilli e dicendo loro che le cose miglioreranno», dice Omobe.
«Molti studenti hanno sofferto traumi psicologici e potrebbero non riuscire a sostenere gli impegni scolastici», aggiunge il prof. Elima, che guida gli insegnanti di teatro e recitazione nelle Scuole SOS. «Abbiamo serie difficoltà nel reperire risorse materiali per la scuola, poiché i nostri fornitori non riescono a loro volta a rifornirsi di quel che chiediamo – spiega –. Abbiamo fatto i nostri ordini quattro settimane fa, ma nulla è ancora arrivato».
I più colpiti dalla situazione sono gli studenti candidati al Form Four (l’esame scolastico finale, ndr). La scuola sta cercando di raggiungere gli alunni e di stabilire con loro un sistema di consulenza e assistenza allo studio.
da SOS Italia
Gli effetti del post elezioni in Kenya continuano a ripercuotersi in tutto il Paese. Malgrado gli scontri siano scemati appena dopo le elezioni lo scorso dicembre, la tensione rimane alta tra i contendenti, divisi dall’appartenenza politica ed etnica. I morti sono stati molti e migliaia di famiglie sono senza casa. La maggior precarietà riguarda i bambini che vanno a scuola, il cui fondamentale diritto all’educazione è stato violato con gli incendi e le distruzioni di case, chiese e scuole. La zona più interessata da questi tragici eventi è la Rift Valley, dov’è situato il Villaggio SOS di Eldoret. L’intensità della violenza non ha risparmiato nemmeno gli insegnanti.
Le scuole sono state riaperte, ma molti studenti non sono vi hanno fatto ritorno in quanto bloccati in casa: le strade sono intasate dalle barricate e i trasporti pubblici sono presi d’assalto da gang armate. Il timore per la sicurezza di alcuni degli studenti SOS – che studiano in diverse scuole in tutto il Paese (alcune delle quali sono state bruciate) – ha causato il loro trasferimento alla Scuola Media SOS di Eldoret. Molti altri studenti si trovano ancora nei campi profughi: non sembra ci siano possibilità di tornare presto alle loro scuole.
Secondo il direttore delle Scuole SOS di Eldoret, Elijah Omobe, la violenza del dopo elezioni sta facendo sentire il proprio peso sui programmi scolastici. «Le interruzioni sono frequenti – spiega –: ogni minimo segno di inquietudine getta i genitori nel panico e li fa correre a scuola a prendere i figli». Un membro del parlamento è stato recentemente colpito a morte a Eldoret e ciò ha causato ulteriori violente proteste.
Gli insegnanti spiegano che potranno essere costretti a proseguire i programmi scolastici anche durante le vacanze, per recuperare il tempo perduto. I professori temono per la propria sicurezza: uno di loro è stato minacciato, ad un altro hanno distrutto la casa. Alcuni degli insegnanti che vivono nelle comunità colpite stanno seriamente pensando di trasferirsi, mentre altri meditano di lasciare il lavoro. «Stiamo cercando di rassicurarli, chiedendo loro di star tranquilli e dicendo loro che le cose miglioreranno», dice Omobe.
«Molti studenti hanno sofferto traumi psicologici e potrebbero non riuscire a sostenere gli impegni scolastici», aggiunge il prof. Elima, che guida gli insegnanti di teatro e recitazione nelle Scuole SOS. «Abbiamo serie difficoltà nel reperire risorse materiali per la scuola, poiché i nostri fornitori non riescono a loro volta a rifornirsi di quel che chiediamo – spiega –. Abbiamo fatto i nostri ordini quattro settimane fa, ma nulla è ancora arrivato».
I più colpiti dalla situazione sono gli studenti candidati al Form Four (l’esame scolastico finale, ndr). La scuola sta cercando di raggiungere gli alunni e di stabilire con loro un sistema di consulenza e assistenza allo studio.
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