dal sito dei PapaBoys
SIDNEY - Nuova tappa simbolica che testimonia il coinvolgimento di tutta l'Australia al grande evento che a luglio porterà molti giovani e Papa Benedetto XVI a Sydney: la croce e l’icona mariana della Giornata Mondiale della Gioventù sono state accolte ieri nel Parlamento di Canberra. Alla cerimonia hanno partecipato l’arcivescovo di Sydney, cardinale George Pell, il primo ministro australiano, Kevin Rudd, e numerosi parlamentari. “Questo – ha affermato il porporato – è un momento per pregare per la giustizia, la pace e l’uguaglianza”. “E per riconoscere – ha aggiunto – che, in altri tempi della nostra storia, la croce non è stata portata con fedeltà da chi professava di seguire Cristo”.
Il riferimento – sottolinea il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, “Avvenire” - è alle colpe della società australiana nei confronti della minoranza aborigena. “Il maltrattamento sistematico di molti aborigeni per molte generazioni – ha scritto il cardinale in un articolo pubblicato ieri su un quotidiano di Sydney – è stato perpetrato da una piccola minoranza”. “Ma è stato tollerato e permesso – ha sottolineato – da un’opinione di maggioranza, che per generazioni ha mostrato indifferenza, se non ostilità e pregiudizio”. Come segno di riconciliazione, ai simboli della GMG, si è affiancato anche un tradizionale “message stick” delle comunità di aborigeni cattolici. Si tratta di un’asta di legno con una serie di simboli: veniva usata per inviare messaggi da una nazione aborigena ad un’altra, come inviti a riti di iniziazione, funerali e cerimonie sacre. Alle parole del cardinale George Pell ha fatto riferimento, infine, anche il premier Rudd, convinto che la GMG sarà un importante evento “non solo per i cattolici ma per tutta la comunità cristiana”.
SIDNEY - Nuova tappa simbolica che testimonia il coinvolgimento di tutta l'Australia al grande evento che a luglio porterà molti giovani e Papa Benedetto XVI a Sydney: la croce e l’icona mariana della Giornata Mondiale della Gioventù sono state accolte ieri nel Parlamento di Canberra. Alla cerimonia hanno partecipato l’arcivescovo di Sydney, cardinale George Pell, il primo ministro australiano, Kevin Rudd, e numerosi parlamentari. “Questo – ha affermato il porporato – è un momento per pregare per la giustizia, la pace e l’uguaglianza”. “E per riconoscere – ha aggiunto – che, in altri tempi della nostra storia, la croce non è stata portata con fedeltà da chi professava di seguire Cristo”.
Il riferimento – sottolinea il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, “Avvenire” - è alle colpe della società australiana nei confronti della minoranza aborigena. “Il maltrattamento sistematico di molti aborigeni per molte generazioni – ha scritto il cardinale in un articolo pubblicato ieri su un quotidiano di Sydney – è stato perpetrato da una piccola minoranza”. “Ma è stato tollerato e permesso – ha sottolineato – da un’opinione di maggioranza, che per generazioni ha mostrato indifferenza, se non ostilità e pregiudizio”. Come segno di riconciliazione, ai simboli della GMG, si è affiancato anche un tradizionale “message stick” delle comunità di aborigeni cattolici. Si tratta di un’asta di legno con una serie di simboli: veniva usata per inviare messaggi da una nazione aborigena ad un’altra, come inviti a riti di iniziazione, funerali e cerimonie sacre. Alle parole del cardinale George Pell ha fatto riferimento, infine, anche il premier Rudd, convinto che la GMG sarà un importante evento “non solo per i cattolici ma per tutta la comunità cristiana”.
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