giovedì, febbraio 21, 2008
Guatemala, prima la firma per la moratoria contro la pena di morte, poi un clamoroso retromarcia. Álvaro Colom aveva annunciato tolleranza zero verso la delinquenza durante la campagna elettorale, ma pochi allora avevano pensato che il nuovo presidente guatemalteco potesse spingere la sua promessa fino a ripristinare la pena di morte.

da PeaceReporter


I fatti. L’annuncio è arrivato dopo il via libera ottenuto dal Congresso, che ha delegato a larghissima maggioranza (140 voti su 158) i poteri di decisione inerenti la grazia proprio al Presidente della repubblica. Colom ha subito dichiarato di voler rendere effettiva la pena di morte, ristabilita sotto la presidenza di Arzú e poi di fatto inutilizzata dal 2000. Gli stessi 42 prigionieri del braccio della morte del carcere di Pavón hanno lavorato nei giorni scorsi per ristrutturare il loro funesto padiglione, mentre Colom ha fatto sapere che chiedere la grazia sarà tempo perso, poichè non ne concederà alcuna. Le esecuzioni saranno effettuate per mezzo di un’iniezione letale. Le ultime esecuzioni in Guatemala risalgono al 2000, quando vennero giustiziati Luis Amilcar Cetín e Tomás Cerrate, autori del rapimento e uccisione di Isabel Bonifaci de Botrán, ereditiera della dinastia della distilleria Botrán.

Prima la firma, poi...La notizia ha stupito tutti, dal momento che il Guatemala due mesi fa aveva posto la propria firma sulla moratoria voluta dall’Onu sulla pena di morte. Colom, inoltre, aveva promesso un governo socialdemocratico sul tipo di quelli europei, con una particolare attenzione ai temi sociali. Per inquadrare il Guatemala sulla via dello sviluppo, Colom ha però centrato i primi cento giorni della sua presidenza nello sfidare la criminalità, che ha fatto del paese centroamericano una delle regioni più pericolose del mondo, con quasi 50 omicidi ogni centomila abitanti.

Le parole di Colom sono state subito prese come una dichiarazione di guerra da parte delle bande di pandilleros, che hanno scatenato un’offensiva senza quartiere, sfociata in una serie di omicidi indiscriminati. A essere presi di mira sono stati gli autobus ed i loro passeggeri: in una settimana sono stati uccisi sette autisti di bus (undici in tutto il mese di febbraio) per rapine di poco conto. Per contrastare l’offensiva della criminalità il governo ha messo in atto il Plan Cuadrante, un’operazione di polizia che ha schierato nelle strade 2800 poliziotti e tremila soldati, dislocati non solo nei punti nevralgici della capitale, ma anche sui bus e nelle periferie, per permettere il regolare funzionamento del trasporto urbano e la sicurezza dei cittadini. Lo stesso piano verrà disposto nei prossimi giorni anche nella città turistica di Antigua.

La discussione è aperta. Le misure adottate da Colom fanno discutere, ma hanno trovato il favore della maggioranza della popolazione, da tempo ostaggio di una violenza cieca. Le pandillas, infatti, attaccano tutto e tutti, estorcendo denaro alle famiglie che vivono nei sobborghi in cambio di protezione. Si tratta di un sistema mafioso che ha alterato la maniera di vita nella società guatemalteca e che impedisce lo sviluppo di piani di intervento da parte dello Stato, da tempo relegato a semplice osservatore di una situazione che va degenerando di giorno in giorno.

I mareros uccidono chi non si piega a questa logica, assassinano gli autisti di bus che si rifiutano di consegnare l’incasso giornaliero, costringono i bambini a entrare nel circolo della banda per farne i futuri soldati che lotteranno contro tutto quello che significa legalità. Colom sulla pena di morte è stato chiaro: ”Chi è nel braccio della morte non è un angelo. Ha commesso delitti atroci. Non ci sarà nessun indulto: io penso agli orfani, alle vedove che questi individui hanno lasciato”.

Rimane da verificare se il presidente metterà in atto la promessa, attirandosi la condanna degli organismi internazionali proprio nell’anno in cui si era voluto porre uno stop alle esecuzioni. I sondaggi, però, parlano chiaro: l’80 percento degli intervistati è d’accordo con Colom. È su queste basi che, per il momento, il braccio della morte si rifà il look: i pavimenti sono stati messi a lucido e le mura pitturate a nuovo. Stando così le cose, sarà solo questione di tempo perchè venga indicato il primo ospite.

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