martedì, febbraio 19, 2008
San Francesco e San Antonio, il Serafico fondatore ed il Dotto Apostolo (meo episcopus) dell’ordine francescano, sono due “figure” incommensurabili, che hanno acceso un perpetuo motore di spiritualità umile e semplice, una fonte inestinguibile per tutti coloro che soffrono d’arsura esistenziale. Proprio su questi presupposti nasce l’esigenza di offrire un Cammino che esaudisca la nuova esigenza spirituale, che diversamente dal passato è una ricerca di “movimento” dove il pellegrino vuole esplorale in primis originali contaminazioni pur di aprirsi alla compassione di quell’Amor “che move il sole e l’altre stelle”.

Apparentemente lo scopo del pellegrino è di camminare verso ad Assisi, ma in verità “avanza dentro se stesso” per congiungersi al divino celato in Lui. Il Cammino di Assisi non è un pellegrinaggio architettato come si potrebbe pensare, ma è la concatenazione di tanti brevi pellegrinaggi tradizionali che già preesistano nell’ambito locale (Vedi: Assisi, La Verna, la Casella,Cerbaiolo, Montecasale, Montepaolo) legati a peculiari devozioni e che rivissuti in questa dimensione daranno un nuovo slancio alla ricerca interiore rinverdendo l’essenzialità della dottrina di Francesco; anche perché non siano soltanto le pietre a testificare al forestiero il Suo Magistero, ma si rinnovi lungo il cammino e nella stessa comunità assiate l’originale fraternità francescana. La città di Assisi sarà elevata a: “Punto di Convergenza Universale” per gli uomini di buona volontà, trascendendo così qualunque distinzione di Cultura e Credenza in coerenza ai Principi Fondanti di ogni Vera Religione.

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