La commissione rumena che indaga sui servizi segreti di Ceausescu viene dichiarata incostituzionale.
da PeaceReporter
Più che una pietra sopra il passato, è un macigno su chi cercava di farvi luce. Il “Consiglio nazionale per lo studio degli archivi della Securitate” (Cnsas), l'organo rumeno che indagava sui documenti dei servizi segreti di Ceausescu, dovrà chiudere o comunque riformarsi dopo una sentenza della Corte costituzionale di Bucarest, che ha accolto il ricorso di un politico accusato di essere stato un informatore del regime.
La sentenza. Secondo la Corte, la legge che nel 1999 ha creato il Cnsas è incostituzionale, perché fa dipendere la commissione dal Parlamento e la definisce di fatto come un tribunale straordinario. Di conseguenza, tutti i provvedimenti presi finora dal Cnsas potrebbero essere dichiarati nulli. Il massimo organo giudiziario rumeno ha accolto all'unanimità il ricorso di Dan Voiculescu, l'ex leader del Partito conservatore, un movimento politico minore. Voiculescu era stato dichiarato colpevole dal Cnsas nel 2006, e aveva poi visto respinto il suo ricorso in appello. Il suo avvocato ha accusato la commissione di agire secondo criteri politici, selezionando il materiale che le va bene e scartando quello che contrasta i suoi fini.
Le reazioni. Il Cnsas ha protestato contro la sentenza. Secondo Mircea Dinescu, uno dei membri della commissione, la decisione della Corte mostra che “la Romania sta ancora vivendo nell'era di Ceausescu e continua a essere guidata dai suoi servi e da quelli della Securitate”. Dinescu ha anche collegato il verdetto con le elezioni previste nel 2008. “Non è un caso che la legge fondatrice della commissione sia stata dichiarata incostituzionale in un anno elettorale, dato che il Cnsas custodisce due milioni di dossier”, ha aggiunto. Dal 2006, quando – dopo 17 anni – i servizi segreti eredi della Securitate hanno consegnato i loro archivi alla commissione, il Cnsas ha fatto luce sul passato di diversi personaggi pubblici: ex ministri, deputati e senatori, giornalisti, persino leader religiosi sono stati smascherati come ex informatori della polizia segreta che aveva dossier su tutti i rumeni. Ora tutto potrebbe fermarsi.
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Più che una pietra sopra il passato, è un macigno su chi cercava di farvi luce. Il “Consiglio nazionale per lo studio degli archivi della Securitate” (Cnsas), l'organo rumeno che indagava sui documenti dei servizi segreti di Ceausescu, dovrà chiudere o comunque riformarsi dopo una sentenza della Corte costituzionale di Bucarest, che ha accolto il ricorso di un politico accusato di essere stato un informatore del regime.
La sentenza. Secondo la Corte, la legge che nel 1999 ha creato il Cnsas è incostituzionale, perché fa dipendere la commissione dal Parlamento e la definisce di fatto come un tribunale straordinario. Di conseguenza, tutti i provvedimenti presi finora dal Cnsas potrebbero essere dichiarati nulli. Il massimo organo giudiziario rumeno ha accolto all'unanimità il ricorso di Dan Voiculescu, l'ex leader del Partito conservatore, un movimento politico minore. Voiculescu era stato dichiarato colpevole dal Cnsas nel 2006, e aveva poi visto respinto il suo ricorso in appello. Il suo avvocato ha accusato la commissione di agire secondo criteri politici, selezionando il materiale che le va bene e scartando quello che contrasta i suoi fini.
Le reazioni. Il Cnsas ha protestato contro la sentenza. Secondo Mircea Dinescu, uno dei membri della commissione, la decisione della Corte mostra che “la Romania sta ancora vivendo nell'era di Ceausescu e continua a essere guidata dai suoi servi e da quelli della Securitate”. Dinescu ha anche collegato il verdetto con le elezioni previste nel 2008. “Non è un caso che la legge fondatrice della commissione sia stata dichiarata incostituzionale in un anno elettorale, dato che il Cnsas custodisce due milioni di dossier”, ha aggiunto. Dal 2006, quando – dopo 17 anni – i servizi segreti eredi della Securitate hanno consegnato i loro archivi alla commissione, il Cnsas ha fatto luce sul passato di diversi personaggi pubblici: ex ministri, deputati e senatori, giornalisti, persino leader religiosi sono stati smascherati come ex informatori della polizia segreta che aveva dossier su tutti i rumeni. Ora tutto potrebbe fermarsi.
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