lunedì, maggio 05, 2008
Non si conoscono cure per l’enterovirus 71, si cerca di evitare i contagi per i bambini piccoli, i più colpiti con già 26 morti. Il virus è diffuso in varie province. L’Organizzazione mondiale della sanità esclude “pericoli” per le Olimpiadi, ma c’è polemica per il ritardo della notizia.

Cina, Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Salgono a 26 i bambini morti per l’epidemia di enterovirus 71 (EV71), che dall’Anhui (22 morti a Fuyang) si è estesa in Guangdong (tre morti, tra cui due bambini con meno di 2 anni a Foshan), Zhejiang (un morto), Hubei, Shandong, Jiangxi ed Henan. La rapidità del contagio e la carenza di notizie sulla malattia, insieme al ritardo con cui l’epidemia è stata ammessa, inducono molti a temere una vera emergenza sanitaria, anche se l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dichiara non esserci pericolo per le Olimpiadi. Intanto è stato lanciato un allarme nazionale: chiusi molti giardini d’infanzia e controlli stretti su scuole primarie e asili.

Secondo la statale Xinhua i contagi accertati due giorni fa erano già più di 5mila nel solo Anhui, ma sono segnalati centinaia di casi in altre province e si attendono gli esiti delle analisi per moltissimi bambini che mostrano i sintomi caratteristici (dolori a mani, piedi, bocca; febbre; mal di gola; eritema con bolle). E’ molto contagioso tramite contatto cutaneo o con le secrezioni di un malato e colpisce i bambini piccoli (specie sotto i due anni) che hanno minori difese immunitarie: in alcuni asili ci sono stati decine di casi in pochi giorni. Può creare danni a cervello, polmoni e cuore. Il virus si è diffuso a inizio marzo, ma le autorità hanno ammesso l’epidemia solo il 27 aprile dopo migliaia di contagi e numerose morti.

Hans Troedsson, rappresentante Oms in Cina, ha escluso oggi “qualsiasi minaccia per le Olimpiadi”, specie perché l’epidemia colpisce soprattutto i bambini piccoli e ritiene che si possa esaurire prima di agosto. Ma ha anche riconosciuto che “occorrono maggiori studi per capire meglio il virus”.

Quello che preoccupa, oltre alla rapida propagazione dell’epidemia, è proprio l’attuale scarsità di notizie sul virus, dopo quasi due mesi che è emerso, insieme al silenzio mantenuto dalle autorità fino alla settimana scorsa. (continua a leggere)


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