lunedì, maggio 26, 2008

Agenzia Misna - "Si sa che l’Onu dal canto suo ha lanciato un appello alla comunità internazionale perché intervenga ad alleviare la crisi con maggiori aiuti e riforme strutturali che già prima urgevano a favore di taluni Paesi meno sviluppati. Alcune nazioni si stanno muovendo, e altre devono farlo, compresa l’Italia. Insomma, deve scattare un’onda di solidarietà concreta, che mobiliti risorse pubbliche ma anche aiuti privati, e mentre si soccorre bisognerà introdurre regole nuove che modifichino le condizioni di ingiustizia. Le nostre comunità parrocchiali, sono certo, non si tireranno indietro, come mai hanno fatto in occasioni delle precedenti crisi": lo ha detto oggi il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), nella sua aprolusione alla 58ª assemblea generale dei vescovi, un documento in cui, oltre all'emergenza alimentare nei paesi più poveri, ha affrontato numerosi altri temi tra cui quello dei centri d'accoglienza per migranti, l'emergenza rifiuti, la perdita del potere d'acquisto di stipendi e pensioni, la bioetica, il contenuto negativo di molti programmi televisivi, le condizioni spirituali dei giovani. Riferendosi al recente discorso pronunciato da Benedetto XVI all’Onu, il porporato ha sottolineato che "non tace sulle giuste aspirazioni dei popoli, in particolare di quei paesi dell’Africa e di altre parti del mondo 'che rimangono ai margini di un autentico sviluppo integrale, e sono pertanto a rischio di sperimentare solo gli effetti negativi della globalizzazione'. Uno di questi rischi, forse il maggiore, è da qualche settimana con speciale evidenza sotto i nostri occhi. Mi riferisco all’emergenza alimentare che ha tra le sue cause principali l’impennata dei prezzi dovuta all’aumento del costo del petrolio. Solo il prezzo del grano è cresciuto del 130%! Si aggiunga che a causa della siccità c’è stata una riduzione dei raccolti in taluni grandi Paesi produttori, come l’Australia. Oltre che al passaggio di molte zone agricole da colture commestibili a colture destinate alla produzione di biocarburanti. L’effetto a catena di questi fattori ha portato alcune nazioni a sospendere le esportazioni, di riso in particolare (rincarato del 74%), determinando un’ulteriore scarsità". In particolare, il cardinale Bagnasco afferma: "Tra l’Africa, il Sudest asiatico e il Centro America, questo “tsunami silenzioso”, a dirla con l’Onu, sta mettendo a rischio la sopravvivenza di almeno 100 milioni di persone, incapaci ormai di provvedere al proprio sostentamento minimo. Intanto, altri 800 milioni di individui già soffrono di denutrizione, al punto che si stima che ogni giorno muoiano 25.000 persone per fame e malattie correlate. Senza dire che in una serie di paesi (l’Egitto, Haiti, Filippine, ...) sono già esplose rivolte dovute all’impennata dei prezzi.[...] Ci pare questo l’impegno più immediato, anche a ricordo dei 40 anni della Populorum Progressio, che si sta celebrando con una serie di indovinate iniziative. Certo la situazione del mondo rispetto ad allora è non poco cambiata. Quella che non muta è la condizione di disparità tra paesi poveri e paesi ricchi, la povertà inesorabile che questa produce, i conflitti sempre in atto. L’interdipendenza globale è diventata una consapevolezza diffusa, la quale deve però generare uno sviluppo sostenibile, che dà per primo a chi non ha mai avuto". A proposito di migranti e centri d'accoglienza, il porporato ha detto: "Segnaliamo inoltre l’urgenza di approntare e affinare delle buone politiche volte ad una reale integrazione dei cittadini immigrati che legittimamente soggiornano sul nostro suolo. Mentre per ciascuno di quelli che tentano di entrare nel nostro paese bisogna trovare un continuo equilibrio tra esigenze e attese, tenendo alto il rispetto dei diritti delle persone, che sono poi doveri di civiltà. Pare a me che si debba evitare, per questi nuovi venuti e le loro famiglie, il formarsi di enclave a loro destinate che, se in un primo momento potrebbero apparire una soluzione emergenziale, diventano presto ghetti non tollerabili. A chi vuole stabilirsi in Italia si deve arrivare a proporre un patto di cittadinanza che, mettendo in chiaro diritti e doveri, non ricerchi scorciatoie illusorie. L’identità del nostro popolo non è sorta oggi, perché si è consolidata in una storia secolare, e per questo da una parte chiede rispetto e dall’altra rimane aperta e capace di incontrare altre culture, nella prospettiva di un’identità arricchita per tutti. In ogni caso, dobbiamo farci tutti guidare dalla consapevolezza delle dimensioni globali del fenomeno e dal suo carattere emblematico per la nostra epoca. Su questo scenario frastagliato, la Chiesa si va prodigando con una generosità a tutti nota, attraverso la Fondazione Migrantes, la Caritas e altre strutture di volontariato, investendo non poche risorse di personale e mezzi. Che tuttavia non bastano mai, perché restano evidentemente insostituibili altri livelli di responsabilità e di intervento".
[CO]


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