lunedì, maggio 19, 2008

A quattro mesi dagli accordi per il Kivu, i progressi sono lenti.

da PeaceReporter

Quattro mesi e non sentirli. L'accordo di pace, siglato a gennaio tra il governo della Repubblica Democratica del Congo e i gruppi armati attivi nelle regioni orientali del Kivu, tarda a dare risultati. Se infatti gli scontri nella regione si sono sensibilmente ridotti, secondo i caschi blu della Monuc da gennaio ad oggi la tregua sarebbe stata violata un centinaio di volte, e almeno 75.000 persone sarebbero fuggite a causa degli scontri.

Firmato lo scorso 23 gennaio a Goma, l'accordo di pace era stato presentato come la definitiva soluzione dei problemi per il Kivu. Principali attori coinvolti, l'esercito e i ribelli Tutsi del generale ribelle Laurent Nkunda, protagonisti di una guerra che dura dal 2004. Gli accordi prevedevano il disarmo dei ribelli (e della decina di altre milizie operanti nella zona) e la loro parziale integrazione nell'esercito, oltre al reinserimento nella vita civile per il resto dei combattenti. Ma se finora le commissioni previste dagli accordi sono state create e hanno cominciato i propri lavori, dall'altra parte i combattimenti continuano. Anche se non ai ritmi di prima, quando provocarono la fuga di mezzo milione di persone solo nel 2007.

Il principale problema riguarda la mancata inclusione nell'accordo delle Forces Democratiques de Liberation du Rwanda, i ribelli Hutu (parte dei quali responsabili del genocidio Tutsi nel 1994) attivi nella guerra civile congolese a fianco dell'esercito. Lo stesso Nkunda ha più volte accusato il governo di essere colluso con le Fdlr, e di discriminare di fatto i Tutsi congolesi perpetuando l'alleanza con i ribelli. Accuse sempre respinte dal governo di Kinshasa, ma che sono state mosse anche dal vicino Ruanda, il quale negli anni passati minacciò più volte di invadere l'est del Congo per sconfiggere le Fdlr. Mal equipaggiate e addestrate, le truppe congolesi non riescono ad aver ragione dei ribelli Hutu (stimati in 6.000 unità), così come non sono riusciti a sconfiggere gli uomini di Nkunda, nonostante abbiano loro inferto pesanti perdite grazie al sostegno della Monuc.

In un clima così volatile, la popolazione civile è quella che soffre di più. L'assistenza umanitaria non è costante, a causa degli scontri che costringono le agenzie dell'Onu e le Ong a sospendere o ridurre le proprie attività. L'unica soluzione sarebbe quella di includere gli uomini di Nkunda e le Fdlr in un unico trattato di pace, più facile a dirsi che a farsi. A riprova di ciò, giovedì l'esercito ugandese ha comunicato di aver ucciso due uomini di Nkunda, che avevano sconfinato attaccando un posto di frontiera. Negli anni scorsi, tutti gli accordi siglati con i ribelli si sono puntualmente rivelati carta straccia. Da questo punto di vista, almeno quelli di gennaio qualche progresso l'hanno fatto registrare.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa