giovedì, maggio 15, 2008
L’invito è rivolto soprattutto ai monasteri contemplativi. Un “pellegrinaggio di preghiera” al santuario mariano di Sheshan, dove il governo proibisce l’arrivo di pellegrini da tutta la Cina. Per celebrare la Giornata, il 24 maggio a santa Maria Maggiore (Roma) si incontrano tutti i cattolici cinesi in Italia.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Il card. Ivan Dias, responsabile della Congregazione vaticana per l’evangelizzazione dei popoli, ha inviato una lettera ai monasteri contemplativi femminili per “ricordare” l’invito del papa a celebrare il 24 maggio una Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina.
Nella lettera, il prefetto di Propaganda Fide afferma che “questa Giornata,… sarà una buona occasione per uno studio approfondito della Lettera pontificia in modo da conoscere meglio la realtà della Chiesa in Cina e i suoi aspetti più significativi. Ciò permetterà di far crescere la comunione con quella Chiesa locale e di alimentarla con una preghiera costante e con iniziative di vario genere”.

L’idea della Giornata di preghiera da celebrare ogni anno il 24 maggio è stata lanciata da Benedetto XVI nella sua Lettera ai cattolici cinesi lo scorso anno. In quel giorno, i cattolici cinesi festeggiano la memoria liturgica di Maria Aiuto dei cristiani, venerata nel santuario di Sheshan, vicino a Shanghai (v. foto).

Nella Lettera il papa chiede ai cattolici cinesi di improntare la Giornata “rinnovando la vostra comunione di fede in Gesù Nostro Signore e di fedeltà al Papa, pregando affinché l’unità tra di voi sia sempre più profonda e visibile” (n. 19). Il pontefice suggerisce ai cattolici, spesso perseguitati, di “amare anche i nostri nemici e di pregare per coloro che ci perseguitano”.

Benedetto XVI domanda anche a tutti i cattolici del mondo di unirsi nella preghiera in quel giorno per testimoniare “la loro fraterna solidarietà e sollecitudine per voi [i cattolici della Cina], chiedendo al Signore della storia il dono della perseveranza nella testimonianza, certi che le vostre sofferenze passate e presenti per il Santo Nome di Gesù e la vostra intrepida lealtà al Suo Vicario in terra saranno premiate, anche se talvolta tutto possa sembrare un triste fallimento”.

Il “triste fallimento” in questi giorni è molto reale. Ogni anno i cattolici ufficiali e sotterranei organizzano pellegrinaggi da tutto il Paese verso Sheshan, che è santuario mariano nazionale. Quest’anno, proprio in concomitanza con l’invito del papa all’unità della Chiesa all’interno e con lui, le autorità del governo di Shanghai hanno proibito alle diocesi di organizzare pellegrinaggi a Sheshan per tutto il mese di maggio e hanno vietato ad alberghi e ristoranti di offrire ospitalità ai pellegrini.

Le imposizioni del governo sembrano motivate dal timore di assembramenti che possono andare fuori controllo in un periodo caratterizzato dalla tensione post-terremoto, dalla repressione in Tibet e dal desiderio della Cina di mostrare alla vigilia delle Olimpiadi, una situazione pacificata di fronte al mondo. Ma vi è chi vi legge un tentativo di boicottaggio dell’invito del pontefice.

Il p. Ciro Biondi, segretario della PUM (Pontificia unione missionaria), in un messaggio che accompagna la Lettera del card. Dias, ricorda alle contemplative la tradizione della devozione a Sheshan e domanda ad esse di compiere un “pellegrinaggio di preghiera”, unendosi al papa e al popolo cinese per “chiedere pace per quella nazione che sta vivendo momenti di grande tensione internazionale”. (continua a leggere)


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