venerdì, maggio 30, 2008

Così i media di Stato in Myanmar tornano ad attaccare i Paesi occidentali: non hanno spirito umanitario, se continuano a legare gli aiuti economici al pieno accesso dei soccorritori alle zone colpite dal ciclone. Censura governativa sulle notizie relative a Nargis.

Yangon, Myanmar (AsiaNews) – Per sopravvivere le vittime del ciclone Nargis in Myanmar “non hanno bisogno degli aiuti alimentari dall’estero, possono mangiare le rane e i pesci, che si trovano in abbondanza nelle zone colpite”. È la tesi pubblicata oggi dall’organo di stampa della giunta birmana, The New Light of Myanmar, che torna ad attaccare i Paesi donatori, colpevoli di “legare gli aiuti economici con il pieno accesso alle regioni del delta dell’Irrawaddy”. Dopo alcuni giorni in cui i media di Stato hanno elogiato il lavoro delle Nazioni Unite e delle organizzazioni umanitarie, oggi tornano i toni della solita propaganda anti-occidentale: “I birmani sono in grado di risollevarsi da soli da questo disastro naturale, anche senza l’assistenza internazionale”. Probabilmente il regime militare non ha gradito i risultati “esigui” ottenuti alla conferenza dei Paesi donatori svoltasi a Yangon il 25maggio. Degli 11 miliardi di dollari chiesti dal governo, le 52 nazioni e 25 organizzazioni partecipanti hanno stanziato “appena” 100 milioni di dollari, esigendo trasparenza dai militari, che di solito intascano le donazioni destinate alla popolazione. I Paesi occidentali dicono che la maggior parte del denaro sarà consegnato solo se il regime di Naypydaw concederà accesso alla regione del Delta, per lo più off limits a media e soccorsi.

Gli strali del New Light of Myanmar hanno colpito anche i Paesi che continuano a mantenere sanzioni economiche contro il regime, nonostante la distruzione causata dal ciclone. “Queste nazioni – si chiede il quotidiano – hanno veramente uno spirito umanitario?”. Il chiaro riferimento è agli Stati Uniti, il più critico nei confronti della giunta birmana.

La macchina della propaganda di regime aziona di nuovo uno dei suo strumenti preferiti: l’Ufficio della censura nazionale, riferisce l’agenzia Mizzima News, ha vietato ad alcuni settimanali di Yangon di pubblicare storie sulla devastazione nelle zone di Nargis e sulla seguente crisi dei prezzi del riso dovuta alla distruzione dei raccolti nel Delta. Secondo il direttore di uno dei settimanali, si possono coprire solo notizie “sulla ricostruzione portata avanti dal governo”. (continua a leggere)


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