domenica, maggio 25, 2008
Il capo della Giustizia, l'Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi, ha approvato la condanna a morte di Saeed Jazee. La famiglia della vittima ha ancora il potere di perdonarlo, ma qualora decidesse di non farlo Jazee si troverebbe a imminente rischio di esecuzione.

da Amnesty International

Saeed Jazee, scultore di 21 anni, si trova nel centro di detenzione per minori di Karaj, nella provincia di Tehran. È stato giudicato colpevole dell'uccisione di un ragazzo di 22 anni, avvenuta nel 2003, quando aveva 17 anni, e condannato a pagare un risarcimento (qisas) alla famiglia della vittima. Secondo informazioni ricevute da Amnesty International, l'uccisione ha avuto luogo all'interno di un negozio di alimentari di cui era proprietario un amico di Jazee. La vittima aveva appena iniziato a lavorare nel locale e non conosceva Jazee, che era entrato per mangiare un panino. I due hanno iniziato a discutere sul panino che Jazee stava mangiando e il ragazzo lo ha aggredito con un coltello. Durante lo scontro, il coltello è caduto sul pavimento. Jazee è riuscito a prenderlo per primo e ha colpito a morte il ragazzo. Jazee e altri commessi del locale hanno tentato invano di soccorrerlo.

Secondo l'articolo 206 (b) del Codice penale iraniano, l'omicidio è classificato come premeditato "nei casi in cui l'omicida compia intenzionalmente un'azione che, per la sua natura, può avere un esito mortale, anche se non intendeva uccidere la persona". Amnesty International chiede alle autorità iraniane di commutare la condanna a morte di Saeed Jazee.

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