domenica, maggio 18, 2008

PeaceReporter - Si apre domani a Dublino la Conferenza internazionale sul Processo di Oslo che mira a ottenere un accordo fra 170 Paesi per sottoscrivere un Trattato sulla messa al bando delle bombe a grappolo. Una Conferenza a cui ha dato molta importanza anche Benedetto XVI che ha invitato la comunità internazionale a pensare a “uno strumento forte e credibile in grado di rimediare a errori del passato e che produca una Convenzione che interdica questi micidiali ordigni”.
Nel 2007 a Oslo era stato firmato da 46 Paesi un accordo che prevedeva la costituzione entro il 2008 di uno strumento vincolante in grado di vietare l'uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio delle bombe a grappolo. In quell'occasione Romania, Polonia e Giappone non firmarono la dichiarazione. Non si presentarono invece Usa, Russia e Cina, tre nazioni produttrici dei micidiali ordigni. E hanno già fatto sapere che non si presenteranno nemmeno a Dublino. Insieme a loro Pakistan, India e Israele, anche loro ai vertici mondiali per la produzione di cluster bombs.

Possibili colpi di scena sono stati ipotizzati da Greenpeace (una delle 50 organizzazioni non governative che nel 2007 parteciparono alla conferenza di Oslo), che ha fatto trapelare la notizia secondo cui la Spagna potrebbe durante la conferenza non schierarsi a favore della totale eliminazione delle bombe a grappolo preferendo una posizione che prevede l'eliminazione di quelle considerate vecchie sostenendo la sicurezza di quelle di nuova produzione.
Le cluster bombs sono ordigni micidiali programmati per esplodere sopra il terreno e rilasciate altri piccoli ordigni che esplodono in un secondo momento. Secondo un rapporto di Handicap International le vittime delle bombe a grappolo sono per il 98 percento civili.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

L'assenza dei 3 grandi paesi produttori di queste armi e la posizione molto ambigua della Spagna mi paiono cattivi segnali per una buona riuscita.

Libera-Mente

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