lunedì, maggio 12, 2008

di Alessandro Ursic, PeaceReporter

I fedeli del Dalai Lama sostengono la lotta all'autodeterminazione della minoranza celtica oppressa da Roma. Intanto, dalla Libia il colonnello Gheddafi impone nuove condizioni all'Italia.

Italia. Solidarietà alla Padania da parte del popolo tibetano, con una partita benefica di calcio svoltasi a Milano. Una rappresentanza di patrioti tibetani – arrivata con il sovversivo striscione “Free Padania”, ha accettato di sfidare i controlli del regime italiano inoltrandosi nelle lande del nord del Paese, pur di sostenere la lotta del popolo padano per sottrarsi al giogo degli italiani. Per l'occasione il Dalai Lama ha smesso il solito abito per indossare una camicia verde e – vestito da druido con in mano un'ampolla del fiume Po – ha tenuto un discorso in antica lingua celtica concludendolo con un amichevole “Pota pota!” in perfetto accento bergamasco. La rappresentanza tibetana ha auspicato l'espulsione a sud del Po di tutti i padani di etnia italiana, nonché la soppressione della linea ferroviaria che collega Milano a Roma, considerata strumento di colonizzazione in mano agli italiani. I due aspiranti Stati hanno concluso anche un simbolico accordo di scambio di prodotti tipici: i padani hanno insegnato ai tibetani come si fa il Grana, mentre in Padania gli stabilimenti caseari inizieranno d'ora in poi a produrre anche il burro di yak.
Libia. Sale la tensione tra Libia e Italia dopo le parole del colonnello Gheddafi, che ha accusato l'Italia di non rispettare i patti per contenere l'immigrazione. Oltre a minacciare di lasciar partire i barconi di migranti dalle sue coste, Gheddafi avrebbe però posto gli italiani altre condizioni per risolvere la crisi. Oltre a rimasterizzare tutte le copie esistenti del film “Ritorno al futuro”, sostituendo i “terroristi libici” che inseguono Michael J. Fox con “i leghisti!”, il leader di Tripoli ha chiesto ufficialmente al premier Berlusconi di far giocare almeno 15 partite di campionato al figlio amante del pallone ma che si è visto essere un paracarro, e infine di farsi dare il numero di cellulare di Roberto Calderoli per fargli scherzi telefonici di notte. Non confermate le voci di un sito Internet libico che ha lanciato una fatwa sul maialino di Calderoli, quello che doveva fare la pipì sulla moschea, con conseguenti minacce di decapitazione.


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