domenica, maggio 11, 2008
Amnesty International ha presentato oggi a Nairobi un rapporto sull’agghiacciante crisi umanitaria e dei diritti umani in Somalia. Il rapporto contiene testimonianze di decine di sopravvissuti al conflitto in corso e denuncia le violazioni dei diritti umani commesse da una pluralità di soggetti: i soldati etiopici, le forze del Governo federale di transizione (Gft) e i gruppi armati.

“In Somalia la popolazione civile subisce omicidi, torture e stupri; i saccheggi sono diffusi e interi centri abitati vengono distrutti” – ha dichiarato a Nairobi Michelle Kagari, vicedirettrice del Programma Africa di Amnesty International. Secondo le testimonianze raccolte da Amnesty International, le truppe etiopiche si rendono sempre più responsabili di omicidi tramite sgozzamento, che è localmente definito “uccisione della pecora”: le vittime, con la gola tagliata, vengono abbandonate in pozze di sangue lungo la strada fino a quando gli uomini armati e i cecchini abbandonano la zona, consentendo ai familiari di recuperare i cadaveri.

“Queste testimonianze fanno ritenere, in tutta evidenza, che ci troviamo di fronte a crimini di guerra e forse anche a crimini contro l’umanità, commessi da tutte le parti coinvolte nel conflitto somalo. Nessuno, però, è chiamato a risponderne” – ha denunciato Kagari. “La situazione umanitaria e dei diritti umani peggiora di giorno in giorno. Il nostro rapporto rappresenta la voce della gente comune della Somalia e la loro supplica alla comunità internazionale di agire per porre fine agli attacchi, compresi quelli commessi dalle forze etiopiche e del Gft, che gode del sostegno internazionale” – ha proseguito Kagari.

La sicurezza in molte zone di Mogadiscio è del tutto inesistente e non c’è praticamente una sola persona nella capitale che non abbia visto o subito personalmente una grave violazione dei diritti umani. “Non c’è salvezza per i civili, ovunque scappino. Chi fugge dalla capitale è attaccato lungo la strada, chi è più fortunato e riesce a raggiungere un campo di fortuna subisce ulteriori violenze e sopravvive in condizioni estreme” – ha commentato Kagari.

Secondo Amnesty International il Gft, in quanto governo riconosciuto della Somalia, è il primo responsabile della protezione dei diritti umani di tutti i somali, ma anche l’esercito dell’Etiopia, che sta dando un sostegno fondamentale al Gft, deve assumersi delle responsabilità. “Gli attacchi contro i civili devono finire immediatamente. La comunità internazionale deve cambiare atteggiamento e fare finalmente pressioni sul Gft e sul governo etiopico affinché i loro soldati non compiano ulteriori violazioni dei diritti umani” – ha concluso Kagari.

Al termine della conferenza di Nairobi, Amnesty International ha sollecitato il rafforzamento dell’Ufficio politico dell’Onu per la Somalia e ha chiesto che il mandato dell’Amisom (così come di eventuali future missioni di peacekeeping dell’Onu) comprenda la protezione dei civili e dei diritti umani, incluso il potere di indagare sulle violazioni. Infine, Amnesty International ha chiesto un’applicazione più rigorosa dell’embargo sulle armi alla Somalia.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa