lunedì, maggio 19, 2008
di Paul Simao

JOHANNESBURG, Sudafrica (Reuters) - Un'ondata di attacchi xenofobi si è si sta verificando nelle periferie del Sudafrica oggi con gruppi di gente che dà la caccia agli stranieri e appicca fuochi in scene che ricordano l'epoca delle rivolte contro l'apartheid. Due persone sono state uccise e una ventina di case bruciate nella baraccopoli di Tembisa vicino a Johannesburg, secondo quanto riportato dalla South African Broadcasting (Sabc). La polizia, che sta faticando a far rispettare l'ordine, ha dichiarato che sono morte 13 persone durante il fine settimana. Gli immigrati provenienti da altri stati africani sono accusati da molti degli abitanti delle periferie, in cui si concentrano i più poveri del Sudafrica, di rubare posti di lavoro alla gente locale e di essere responsabili per l'aumento esponenziale dei livelli di criminalità.



Secondo i media locali ci sono già stati 20 morti da quando sono cominciati gli incidenti una settimana fa. Le violenze imbarazzano il governo di Pretoria che si è vantato fino ad oggi delle propria tolleranza, e sono indice della grave condizione di emarginazione in cui versano gli strati più poveri delle popolazione sudafricana.

APPELLI ALLA CALMA - Il presidente Thabo Mbeki e il leader del partito Anc Jacob Zuma hanno fatto appello affinché cessi la violenza, che rischia di danneggiare ulteriormente l'economia del paese, già in difficoltà a causa dell'inflazione galoppante, le regolari interruzioni nelle forniture di energia elettrica e la scarsità di manodopera specializzata. Centinaia di immigrati si sono rifugiati nelle stazioni di polizia e negli uffici governativi.

"Al momento, alcune persone sono state portate in salvo in municipio, ma altre sono ancora in giro e non sanno dove andare", ha detto il portavoce della polizia Veli Nhlapo ai microfoni della Sabc. La polizia ha sparato proiettili di gomma contro bande di giovani che pattugliavano le strade dei quartieri più turbolenti armati di bastoni, pietre e coltelli. Alcuni sono stati arrestati in connessione con gli episodi di violenza. Fra gli immigrati si stima ci siano circa 3 milioni di persone provenienti dallo Zimbabwe per sfuggite al collasso della loro madrepatria.

Gli immigrati si difendono dicendo che, il più delle volte, sono loro stessi ad essere le vittime della criminalità e non i perpetratori. I cittadini dello Zimbabwe sono stati attirati in Sudafrica dalla speranze di poter lavorare nelle sue miniere, fattorie e fabbriche, oltre che dalle vigenti leggi sull'immigrazione, fra le più liberali del mondo. Secondo Medecins Sans Frontieres, la situazione delle periferie sudafricane è talmente critica da essere paragonabile ad una crisi umanitaria.

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