sabato, maggio 03, 2008
Recensione da parte di Mauro Bonanno del libro "Erbe amare" di Ariel Levi di Gualdo, presentato alla Fiera del Libro di Torino.

Ieri la verità si stroncava con ferocia, oggi le peggiori censure sono silenzio e indifferenza. Ariel Levi di Gualdo lo narra con l’ironia della libertà e la forza della fede; una fede cristiana non corrotta da quei falsi buonismi che sotto il vessillo dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso rischiano di mutare le basi della cattolicità in saldi di fine stagione. Un autore che dialoga con tutti ma che non cede di uno iota su una fede che non brama imporre a nessuno, per questo non ama che a revisionarla e a dettar linee al Magistero Cattolico siano talora luterani ed ebrei, per alcuni dei quali, ecumenismo e dialogo, somigliano a un’arma mirabile per seminare zizzania e colpire direttamente all’interno i “papisti romani” e gli “idolatri cristiani” nati da un empio nazareno figlio di una donna d’infimi costumi.

Così narra di Gesù e Maria il Talmud insegnato dai rabbini degli stessi ebrei che hanno sparso sdegno in tutto il mondo per l’inoffensiva supplica del Venerdì Santo dove si pregava amabilmente per la conversione dei cuori degli ebrei, giudicata per questo intollerabile ingiuria e potenziale fomentatrice d’antisemitismo.

«Poche le parole che come democrazia» narra l’autore «sono state svuotate di significato, fino a inaugurare una nuova stagione: la democrazia senza libertà». E appresso: «Guerre e rivoluzioni nascono da problemi economici. E quando il Gran Burattinaio non riuscirà più a confondere i suoi sudditi coi narcotici delle Case del Grande Fratello e delle Isole dei Famosi o a farli sognare con le lotterie milionarie; quando la gente non potrà più acquistare i gratta-e-vinci perché priva di soldi per fare la spesa, d’improvviso, la piazza, si riempirà. E fuori dallo stadio, i calciatori semi-analfabeti retribuiti per milioni d’Euro che in una notte brava spendono lo stipendio di tre operai per innaffiare di Champagne una velina, saranno colpiti con bordate di fischi. Una volta affamati e fuori controllo i sudditi inizieranno a rivendicare i loro diritti di cittadini e torneranno a reclamare che la democrazia, svilita e mutata dai politici e dalle lobby in una cambiale in bianco, appartiene al popolo che la concede in delega ai propri governanti».

Piedi nel presente e sguardo al futuro, Ariel Levi di Gualdo crede a quella verità che ci renderà liberi e con San Paolo ama dire che la Carità è paziente e benigna, non dispera e non si adira; dunque la carità è molte cose, compreso l’ossequio per la verità e l’amore per la giustizia.


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