domenica, giugno 08, 2008

Radio Vaticana - La crisi del petrolio, giunto venerdì a ridosso dei 140 dollari al barile con un balzo senza precedenti, ha dominato la riunione dei ministri dell'Energia del G8, che si è conclusa oggi ad Aomori in Giappone. Diversi gli spunti contenuti nel documento finale in cui i partecipanti hanno espresso forte preoccupazione per le conseguenze sull’economia mondiale. Il nostro servizio: (ascolta)

L’alto prezzo dell’oro nero rischia seriamente di innescare una pericolosa recessione su scala globale. A lanciare l’allarme è il ministro dell’Energia giapponese, Akira Aari, secondo il quale il caro-petrolio rappresenta una sfida estremamente difficile per la politica che richiede l’impegno di tutti in favore di provvedimenti urgenti e mirati. Ritenendo un’anomalia l’attuale livello delle quotazioni del greggio, i partecipanti al vertice hanno chiesto ai Paesi produttori di petrolio di aumentare l’offerta per far fronte alla crescente domanda. Nel documento finale si parla apertamente di un “bisogno urgente” in tal senso, ma si menziona anche una nuova partnership internazionale per lavorare a progetti tesi ad ottimizzare i consumi e l’efficienza energetica, anche nel rapporto pubblico-privato. L’esigenza di identificare strumenti efficaci per una maggiore stabilità nei mercati energetici mondiali è stata sottolineata anche dal ministro dello Sviluppo Economico italiano, Claudio Scajola che ha parlato della necessità di incoraggiare l’innovazione tecnologica, ribadendo che l’Italia investirà sul nucleare nel prossimo periodo proprio per diversificare il mix energetico e per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Gli otto grandi del mondo, che hanno aperto le porte del vertice anche a Cina, India e Corea del Sud, sono i consumatori di circa i due terzi dell’energia a livello mondiale e guardano con attenzione anche alla questione del cambiamento climatico. Per questo, entro il 2010, saranno pronti una ventina di impianti sperimentali che catturano e depositano nel sottosuolo le emissioni dannose come il carbonio, principale responsabile del surriscaldamento del Pianeta.


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