I paesi del G8 archiviano l'incontro a Kyoto tra i Ministri degli Esteri (per l'Italia c'era il capo della Farnesina Franco Frattini) e puntano ora al vertice di Hokkaido, dal 7 al 9 luglio, summit in cui riprenderanno i temi al centro in queste ore della politica internazionale: dai dossier nucleari dell'Iran e della Corea del Nord al Medio Oriente e alla Birmania, dall'emergenza cibo al clima.
Senza dimenticare altre delicate questioni, in primo luogo lo scenario post-elettorale nello Zimbabwe. L'Italia segue con particolare attenzione tutte le tematiche in agenda al G8, visto che sarà proprio Roma, il prossimo anno, ad assumere la presidenza di turno del gruppo. Ad occupare grande spazio nei colloqui avvenuti nell'antica capitale del Giappone è stato lo Zimbabwe: i ministri hanno lanciato un avvertimento chiaro e forte contro il presidente Robert Mugabe, definendo «una farsa» le elezioni nel paese africano. Frattini ha ventilato la possibilità di ritirare gli ambasciatori Ue presenti ad Harare per protestare contro le violenze perpetrate dal regime. È fuori dubbio che anche a Hokkaido Mugabe rimarrà nel mirino degli Otto: il presidente americano George W.Bush ha reso noto che Washington intende chiedere delle «sanzioni» contro quello che definisce un governo del tutto «illegittimo».
Sul fronte nucleare, all'incontro di Kyoto è giunta la novità della consegna da parte di Pyongyang della dichiarazione sui suoi piani nucleari e la distruzione della torre di raffreddamento della centrale di Yongbyon. (Il segretario di Stato americano Condoleezza Rice ha visitato ieri la Corea del Sud). Completamente diversa è la situazione che i leader del G8 si troveranno ad affrontare sulle trattative con l'Iran. Da Kyoto è infatti stato inviato a Teheran un ennesimo e fermo appello a cooperare con l'Agenzia internazionale dell'energia atomica e a raggiungere una soluzione diplomatica. A conferma che nei delicati contatti tra l'Occidente (in particolare l'Ue) e la Repubblica islamica non passa giorno senza che ci sia una novità, da Teheran è giunto oggi un nuovo monito: il comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane ha infatti detto che se il paese venisse attaccato, non esiterebbe ad imporre controlli lungo le rotte delle petroliere nel Golfo.
In programma al vertice del 7-9 luglio c'è, infine, un'altra grande tematica ormai da mesi sotto la lente d'ingrandimento delle diplomazie, l'emergenza cibo internazionale: Hokkaido dovrà essere l'occasione per una «dichiarazione forte» sulla crisi alimentare e sulle elevate quotazioni delle «commodity», ha già anticipato il premier giapponese Yasuo Fukuda, ammettendo però che si tratta di una «questione complicata che non può essere risolta a breve termine».
Senza dimenticare altre delicate questioni, in primo luogo lo scenario post-elettorale nello Zimbabwe. L'Italia segue con particolare attenzione tutte le tematiche in agenda al G8, visto che sarà proprio Roma, il prossimo anno, ad assumere la presidenza di turno del gruppo. Ad occupare grande spazio nei colloqui avvenuti nell'antica capitale del Giappone è stato lo Zimbabwe: i ministri hanno lanciato un avvertimento chiaro e forte contro il presidente Robert Mugabe, definendo «una farsa» le elezioni nel paese africano. Frattini ha ventilato la possibilità di ritirare gli ambasciatori Ue presenti ad Harare per protestare contro le violenze perpetrate dal regime. È fuori dubbio che anche a Hokkaido Mugabe rimarrà nel mirino degli Otto: il presidente americano George W.Bush ha reso noto che Washington intende chiedere delle «sanzioni» contro quello che definisce un governo del tutto «illegittimo».
Sul fronte nucleare, all'incontro di Kyoto è giunta la novità della consegna da parte di Pyongyang della dichiarazione sui suoi piani nucleari e la distruzione della torre di raffreddamento della centrale di Yongbyon. (Il segretario di Stato americano Condoleezza Rice ha visitato ieri la Corea del Sud). Completamente diversa è la situazione che i leader del G8 si troveranno ad affrontare sulle trattative con l'Iran. Da Kyoto è infatti stato inviato a Teheran un ennesimo e fermo appello a cooperare con l'Agenzia internazionale dell'energia atomica e a raggiungere una soluzione diplomatica. A conferma che nei delicati contatti tra l'Occidente (in particolare l'Ue) e la Repubblica islamica non passa giorno senza che ci sia una novità, da Teheran è giunto oggi un nuovo monito: il comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane ha infatti detto che se il paese venisse attaccato, non esiterebbe ad imporre controlli lungo le rotte delle petroliere nel Golfo.
In programma al vertice del 7-9 luglio c'è, infine, un'altra grande tematica ormai da mesi sotto la lente d'ingrandimento delle diplomazie, l'emergenza cibo internazionale: Hokkaido dovrà essere l'occasione per una «dichiarazione forte» sulla crisi alimentare e sulle elevate quotazioni delle «commodity», ha già anticipato il premier giapponese Yasuo Fukuda, ammettendo però che si tratta di una «questione complicata che non può essere risolta a breve termine».
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