sabato, luglio 05, 2008

PapaBoys - Grazie a Dio ed alla Provvidenza non ci sono solamente i 'giornaloni' nel panorama dell'informazioni italiana, ma anche piccole realtà che sono fatte con il cuore e con la volontà a punto tale che non hanno nulla da invidiare ad altre testate ben più famose e ricche, finanziate per altro piu' dai soldi dei contribuenti che dai lettori e dalla bravura di chi ci scrive sopra. Nel panorama editoriale italiano, in punta dei piedi, fa il suo ingresso un nuovo mensile dal titolo 'La Gazzetta del Missionario' in carta rigorosamente rosa a richiamare il ben conosciuto quotidiano sportivo nazionale. La Gazzetta del Missionario ha fatto il suo debutto ufficiale all'Adunanza Eucaristica Nazionale del Circo Massimo, recentemente al Circo Massimo di Roma. Il progetto è ideato e curato dai giovani del Gruppo Missionario della Parrocchia San Policarpo dal nome 'Mission is possible'. Cerchiamo di conoscere meglio i curatori della Rivista e la loro attività.

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Gruppo Missionario, parrocchia San Policarpo: il gruppo missionario della Parrocchia di San Policarpo, il cui primo nome fu "gruppo di solidarietà con i Paesi in via di sviluppo", rappresenta la più antica esperienza di servizio nella chiesa di San Policarpo, eretta nel 1960 a Roma nella zona Appio Claudio-Cinecittà. Il gruppo nasce, infatti, nel lontano Ottobre del 1974, anteriormente dunque allo stesso sorgere della pastorale adolescenziale e giovanile (1976), anche come tentativo di maggiormente "legare" alla comunità parrocchiale e ad una esperienza di fede ragazzi particolarmente tentati da esperienze di radicale contestazione. Nell’arco di pochi anni, tuttavia, il gruppo si inserì progressivamente all’interno della pastorale cominciando a ricevere ragazzi e responsabili dai gruppi che con il passare del tempo venivano formandosi. Così via via si delinearono meglio sia la fisionomia di gruppo missionario parrocchiale sia gli stessi obiettivi da perseguire.

Le principali caratteristiche del gruppo missionario: la necessaria conseguenza di questo discorso consiste nel proclamare la libertà come il fondamentale valore del gruppo missionario. La libertà anzitutto delle persone che vi si avvicinano, di partecipare come e quando vogliono, dando il loro contributo e mettendo a disposizione i loro talenti. L’attenzione alla persona è sempre stata la caratteristica storica di questo gruppo in cui non si è mai dedicato tempo a "tecniche e dinamiche per la costruzione del gruppo stesso", ma si è sempre cercato semplicemente di "stare bene insieme" e di prestare attenzione a ciascuna singola persona affinché ognuno potesse capire che "interessa" agli altri (nei suoi interessi, studi, lavoro, affetti, opinioni politiche, ecc). Col tempo il gruppo ha visto crescere l’età media dei suoi membri e si è sempre più rafforzato il numero di coloro che, anche se non costantemente, tuttavia non fanno mancare la loro presenza e il servizio compatibilmente con i tempi e i ritmi della loro vita. La libertà consiste poi anche nel coinvolgere tutti o quasi i membri più motivati e affidabili del gruppo a occuparsi responsabilmente di interi settori delle nostre attività, con le loro iniziative e con le loro decisioni (di cui pretendono il rispetto). La libertà infine si evidenzia nella capacità di cogliere le opportunità che ci vengono offerte, di saper accettare e intraprendere nuove collaborazioni, insomma di dire di "sì" molto spesso a tante proposte e richieste che ci vengono fatte. Senza questa particolare e speciale disponibilità e prontezza non avremmo mai iniziato i gemellaggi con le varie missioni, non avremmo mai pensato di raccogliere medicine negli studi medici, né saremmo riusciti a trovare i canali giusti per spedirle prima in un modo poi in un altro proprio conoscendo tante associazioni e tante persone molto in gamba. E ancora non saremmo mai andati in missione, in Rwanda e in Albania, non avremmo pensato alle Giornate della Vita e dei malati di lebbra, alle mostre missionarie; non avremmo potuto collaborare con i volontari nelle carceri e con le Cooperative del Terzo Mondo, e sul serio non si finirebbe mai nel nominare tutte le esperienze e le persone che ci hanno donato davvero molto per la nostra crescita umana e spirituale.

L’affidamento a Maria: per capire tutto questo si può pensare all’Evento stesso che è alla base della nostra fede: l’Incarnazione con cui Dio si è fatto uomo ed è venuto a stare con noi. Ebbene questo fatto è potuto accadere grazie ad un "sì", quello della Vergine Maria. Se lei non si fosse curata dell’Annuncio o avesse deriso l’Angelo nulla sarebbe potuto accadere. Così ne è del nostro gruppo: tutte le volte che pronunciamo il nostro sì alle varie proposte che ci vengono fatte assistiamo con stupore al crescere insperato di opere meravigliose, insomma quasi come ad una nuova Incarnazione. Per questo nel giorno in cui abbiamo festeggiato i 30 anni di vita del gruppo ci siamo affidati a Maria Santissima madre di Gesù, insieme al nostro Vescovo e al nostro Parroco, per lasciarci ispirare e guidare da Lei che è il modello della Chiesa Missionaria e desiderando di mettere la preghiera personale e comunitaria al centro della nostra vita come fonte e culmine del nostro essere cristiani. Solo così non perdiamo la speranza che la Missione è davvero possibile. ...E, infatti, il nostro slogan, da qualche anno ormai è proprio "MISSION IS POSSIBLE"!

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