lunedì, luglio 21, 2008

di Antonino Crivello

Ormai il grande evento può dirsi alle porte, ma le notizie che arrivano dalla capitale cinese non incoraggiano certo a raggiungere il paese. Breve panoramica degli attentati e dei soprusi che accompagnano i Giochi…

PECHINO - Sale l'allarme attentati in Cina, a meno di tre settimane dalle Olimpiadi di Pechino. Tre persone sono morte e quattro sono rimaste ferite in esplosioni in altrettanti autobus del trasporto pubblico a Kunming, capoluogo della provincia cinese sud-occidentale dello Yunnan. Le autorità locali non hanno esitato a parlare di «atti deliberati di sabotaggio». Nessuno, ufficialmente, usa la parola «terrorismo». Ma è chiaro che le esplosioni fanno salire la tensione in vista dei Giochi.
Tensione che negli ultimi mesi è stata sempre maggiore tra la popolazione cinese e i vari comitati di organizzazione dei giochi. Molteplici notizie allarmanti arrivate proprio dal paese che, ospitando i giochi olimpici, dovrebbe essere un esempio di convivenza e di rispetto tra individui. Invece proprio qualche giorno fa un’ordinanza della polizia cittadina ha vietato a molti locali pubblici situati nel raggio dell’enorme struttura che ospiterà i giochi di servire alcolici o bevande che possano essere considerate stimolanti. Si potrebbe anche essere d’accordo, se non fosse che è stato altresì fatto divieto alle farmacie di vendere circa 2000 prodotti di uso comune se la richiesta non è accompagnata da una prescrizione medica. Pensiamo al disagio dunque di tantissimi cittadini costretti a fare file interminabili presso le strutture ospedaliere in cerca di un medico, o di chiunque abbia la facoltà di erogare la prescrizione cercata. Inoltre in Cina, a differenza che nel nostro bel paese, questo servizio dei medici non è gratuito, per cui è immediato rivolgere un pensiero ai meno abbienti, a chi lotta per sopravvivere quotidianamente in un paese in cui la povertà è una piaga sociale da diversi anni.

Si arriva poi all’assurdo quando davanti la porta di alcuni bar vengono affissi cartelli del tipo: “Vietato l’ingresso ai neri e ai cani”. Sembra di tornare indietro nel tempo, precisamente in America quando sugli autobus venivano separate le persone di colore. Quante lotte, quanti eroi si sono battuti in nome di una libertà che non poteva essere legata al colore della pelle… e quanto rapidamente tutto questo è svanito. La polizia ha chiarito che questi provvedimenti sono stati presi nel tentativo di preservare l’ordine pubblico e garantire un corretto svolgimento della manifestazione. Ma diventano inaccettabili quando a farne le spese è il più semplice dei diritti umani, l’uguaglianza.

Uguaglianza anche verso gli stessi cinesi: qualche tempo fa, diversi disagiati delle zone periferiche svegliandosi hanno visto, davanti la porta di casa, delle gru, un gruppo di operai e un dirigente con l’intento di elargire una esigua cifra di risarcimento prima di asfaltare tutto ciò che si trovava davanti a sè, case comprese ovviamente. Nessun rifiuto poteva essere posto, così come non poteva esserci nessun tentativo di contrattare per queste persone che si son ritrovate da un giorno all’altro letteralmente in “mezzo alla strada”.

Fra tre settimane ci saranno i Giochi, i fuochi d’artificio inaugurali saranno maestosi, così come maestosa sarà l’accoglienza preparata per i migliori atleti di tutto il mondo. I flash delle macchine fotografiche e i sorrisi si sprecheranno nelle serate di gala che accompagneranno l’evento. Sarà meglio però non uscire né dalla struttura, né dai luoghi dove si svolgeranno i party, poiché il rischio di vedere cosa è costato metter su tutto questo rischia di compromettere l’aria di festa che inevitabilmente accompagna un così grande evento.

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