lunedì, luglio 28, 2008

Diciotto morti e oltre 100 feriti: è il tragico bilancio del duplice attentato che nella notte ha colpito Istanbul. Le indagini delle forze di sicurezza prediligono in queste ore la pista dei separatisti curdi del PKK, il partito dei lavoratori del Kurdistan. Lo scorso 9 luglio un altro attentato di fronte al consolato USA aveva provocato 6 morti. Unanime la condanna internazionale degli attentati. In particolare Javier Solana, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'UE, si è rivolto al governo di Istanbul dichiarando che "in questo momento difficile la Turchia può contare sul supporto dell'Unione Europea''. A Marco Ansaldo, inviato del quotidiano La Repubblica, Stefano Leszczynski ha chiesto se l’ipotesi del separatismo curdo sia l’unica considerata valida:
R. – Quasi automatico che le indagini, da sempre, in Turchia, vadano sul fronte del PKK però non è detto che siano stati gli estremisti curdi a fare questo attentato anche perché, proprio oggi, ci troviamo nella giornata in cui la Corte costituzionale turca si riunisce per decidere circa la chiusura del Partito islamico moderato al potere. Quindi è una situazione estremamente grave perché verrebbero estromessi, dalla vita politica, addirittura il primo ministro Recep Tayyip e il capo dello Stato Abdullah Gul.

D. – Questo può fare immaginare un coinvolgimento da parte di frange del fondamentalismo islamico?
R. – No, tutt’altro, tanto e vero che il partito fondamentalista si è spaccato e Erdogan ne è uscito, ha fondato un partito nuovo, questo partito AKP, che significa Partito per la giustizia e per lo sviluppo, quindi con istanze diciamo moderate. Però gli islamici fondamentalisti invece sono rimasti, sono gruppi diciamo radicali che hanno un certo consenso popolare e alle elezioni dell’anno scorso hanno raccolto appunto far il 2 e il 3 per cento dei voti.

D. – Si parla anche di un altro importante processo che si è aperto in questi giorni in Turchia: quello contro una formazione di nazionalisti turchi con varie commistioni…
R. – Dato che nelle scorse settimane ci sono stati arresti di decine di persone - tra cui alcuni militari in pensione, tutt’ora molto influenti per questo progetto di colpo di Stato e di uccisione del Premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk che è visto in maniera molto negativa da parte dei nazionalisti – ci potrebbero essere anche queste componenti che non sono assolutamente da sottovalutare nella possibile ingerenza ed influenza nel mischiare le carte in questo periodo che per la Turchia è davvero molto delicato.

D. – Perché proprio Istanbul e perché proprio la parte europea? C’è un significato simbolico dietro questo attentato?
R. – Chiaramente un attacco ad Istanbul, soprattutto nella parte europea della città, significa trasmettere i messaggi che si vogliono dare, non soltanto all’interno ma anche all’esterno, e quale la scenografia migliore se non la grande metropoli sul Bosforo che è, in questo momento, oltretutto zeppa di turisti stranieri venuti da tutto il mondo!

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa